Croazia (magari potremmo vedere documento ufficiale documento ENIT anche perché per l’Italia questo è un paese davvero competitivo per il mercato turistico balnerae)
La costa dalmata è una zona di antica tradizione turistica, basti pensare che già la nobiltà austriaca era solita frequentarla nel XIX secolo. Inoltre il suo litorale particolarmente frastagliato oltre che essere ideale meta di turismo balneare, risulta essere anche zona ideale per la navigazione da diporto. Il turismo in Croazia riveste un ruolo fondamentale nell’economia del paese, ma va detto che il turismo croato è un turismo prevalentemente ed essenzialmente europeo. Tra i visitatori stranieri prevalgono decisamente i tedeschi (intorno al 17-18%) e a seguire italiani, sloveni e austriaci. La Croazia, ha uno sviluppo costiero che, comprendendo ben 1.185 isole, arriva alla straordinaria cifra di 6278 kilometri. La zona costiera è ovviamente caratterizzata da clima mediterraneo e da nord a sud si possono individuare le seguenti regioni storiche:
-) L’Istria, la penisola collocata nella parte settentrionale del paese
-) La regione denominata Hrvatsko Primorje corrispondente all’area intorno a Fiume e Segna con le isole del golfo del Quarnero
-) La Dalmazia con la sua costa frastagliata. Comprende le numerose isole antistanti la costa e include città storiche come Ragusa e Spalato.
Nell’estate 2002 la Croazia ha festeggiato 8,3 milioni di arrivi, riportando l’afflusso di turisti ai livelli di prima della guerra.
Da allora fino al 2019– anche considerando la lieve flessione dovuta alla crisi globale del 2008, che comunque ha segnato 10,9 milioni di arrivi – l’incremento del settore, e dei relativi ricavi, è stato costante. Il coronavirus ha ovviamente messo in ginocchio il settore anche se la notevole estensione costiera da grandi opportunità di risposte “plastiche” all’emergenza sanitaria prodotta dal virus. A partire da forme di distanziamento insite in un turismo che seppur balneare ha tutte le caratteristiche del turismo naturalistico (come vedremo).
Mettendo da parte gli ultiumi due anni caratterizzati dalla recente pandemia, la voce turismo incide/incideva per il 22% sul PIL della Repubblica e, secondo gli analisti, il margine di crescita è ancora ampio. I margini di crescita del Paese d’altronde non sono esclusivamente legati all’espansione costante del mercato turistico, ma anche alla sfida di portare a termini la ricostruzione delle aree più pesantemente interessate dal conflitto (un’altra sfida è anche quella di ricucire i numerosi strappi che gli anni più bui hanno creato nel tessuto sociale)
Del resto, ora che la situazione politica si è stabilizzata, la Croazia si dimostra capace di attirare il grande pubblico europeo (e in piccola parte inizia ad attirare anche quello americano). Un’attrazione che è anche indubbiamente esercitata grazie alle straordinarie performance del turismo nautico, favorite dal network di marine dell’Aci. Adriatic Croatia International Club (ACI) considerato oggi la più brillante realtà mediterranea per i diportisti.
https://www.aci-marinas.com/en/aci_marina/aci-korcula/
Il punto forte di queste marine, oltre l’essere immerse nella natura di una costa frastagliata, consiste nella loro collocazione in città costiere relativamente piccole che conservano intatta la loro struttura urbanistica originaria . Città medievali rimaste “quasi “bloccate” nel tempo e che conservano una bellezza estetica davvero notevole.
Gli ormeggi dell’ACI
Il successo della costa croata deriva anche dalla stampa internazionale. Infatti a promuovere il fascino del mare croato hanno contribuito negli anni ad inizio del secondo decennio del XXI secolo anche i media internazionali. Ve ne propongo alcuni esempi:
Nel 2009 il Daily Telegraph ha premiato la spiaggia di Zlatni Rat (sull’isola di Brac) con il titolo di “più bella spiaggia d’Europa”. D’altronde si tratta di una spiaggia assai peculiare completamente immersa nella natura.
Ma la natura delle coste frastagliate croate dà forma ad una varietà davvero notevole di conformazioni costiere. Coste alte e rocciose sono intervallate da piccole baie, calette e insenatura:
L’autorevole GUARDIAN (il cui portale Web dedicato al “travel” è tra i più seguiti al mondo) ha votato Dubrovnik come la città più fascinosa del Mediterraneo (così come è d’altronde pubblicizzata nel sud –est asiatico). Per sempio alcune referenze tratte dallo stesso The Guradian: https://www.theguardian.com/travel/2017/feb/17/dubrovnik-croatia-dalmatian-coast-novelist-annabelle-thorpe . Inoltre va detto che Dubrovnik ha anche molto sfruttato la vetrina concessagli dall’essere stata set cinematografico per una recente serie tv di grnde successo, ovvero”Game of Thrones”: https://www.theguardian.com/tv-and-radio/gallery/2019/apr/10/dubrovnik-game-of-thrones-and-overtourism-in-pictures Cosa che viene esaltata anche dagli organi ufficiali del turismo croato: https://www.croazia.info/dubrovnik/dubrovnik-location-trono-di-spade/ . Ad ogni modo era stata scelta come sede della serie tv non a caso … In tutto il mondo è conosciuta come la perla del mediterraneo
(non per nulla è un sito patrimonio dell’umanità UNESCO fin dal 1979)
Dubrovnik è poi (giusto per inciso) profondamente legata al mondo italico e veneziano in particolare. In Italia forse è ancora comune conoscerla con il nome di Ragusa. D’altronde molto della costa dalmata è legata all’Italia. Si pensi a titolo di esempio alla nota meta turistica dell’isola di Lussino (in veneto Lussin, in croato di Losinij). Si tratta di un’isola dell’arcipelago del Quarnaro tra l’Istria e la Dalmazia, che fino al 1945 era abitata prevalentemente da italiani. Oggi gli italiani sono solo una minoranza (eccetto che in estate …) ma nonostante ciò vi sono ancora molte tracce della loro cultura. Senza poi citare l’intera Istria con la meravigliosa Pola e il suo anfiteatro; o come non accennare in questo contesto a Fiume (Rijeka in croato) e tutto ciò che colà avvenne e che la lega alla storia di Italia (a prescindere ovviamente da discorsi su a chi deve appartenere o meno). Cioè senza scomodare D’Annunzio per parlare di legami tra Fiume e l’Italia si può citare la sua festa più tipica e rappresentativa che è il Rijeka Karneval (il carnevale di Rijeka) (ovviamente da dire che a Fiume si ritrovano anche tanti elementi che la legano all’ambito slavo ed austro-ungarico. è proprio questo interconnettersi a differenti ambiti culturali che la rende così affascinate). Per rendere l’idea del carnevale di Fiume e della sua connessione, anche solo a livello intuitivo, con lItalia e con il Veneto, guardate: https://www.rijecki-karneval.hr/en/
Sempre per riallacciarmi alla grande risonanza che le mete turistiche croate hanno avuto nei mass media internazionali, ancora il GUARDIAN ha segnalato il SOUNDWAVE FESTIVAL, che si tiene tra luglio e agosto sul litorale di Zara (esattamente a Tisno). Lo ha segnalato all’interno della top ten dei festival di musica elettronica d’Europa (di cui io sono completamente ignorante). Al di là di questo specifico festival, è da dire che la Croazia ha puntato molto su questa tipologia di festival musicale ( https://www.vice.com/it/article/wjbyp4/sole-mare-e-sound-system-perche-la-croazia-e-diventata-la-patria-dei-festival )
Nell’ambito di questo turismo giovanile, una delle zone costiere più gettonate (tra i giovani) è indubbiamente Makarska (particolarmente Breòla Makarska), questo un filmato attinente
Ma torniamo alla stampa internazionale. La rivista statunitense FORBES ha inserito la Croazia al ventesimo posto tra i Paesi più puliti del pianeta, e primo in classifica tra quelli dell’Europa orientale. La classifica è datata al 2009 quindi ormai ha 12 anni alle spalle, questo però non la rende meno pregnante nel nostro contesto. Tutt’altro. Vi dice infatti come la Croazia stia sfruttando da lungo tempo questa nomea di Paese pulito e “naturale”. Nel corso del tempo ha quindi lavorato per consolidare questa sua immagine di meta “incontaminata” e per farsi percepire quindi come meta turistica legata alla natura (sia della costa che interna). Vedere il link come riferimento: https://www.forbes.com/2009/04/15/worlds-cleanest-countries-business-energy-clean-countries_slide.html#44625df74cf6
A questi riconoscimenti “informali” sulla qualità naturale della Croazia, si aggiungono poi altri RICONOSCIMENTI UFFICIALI . E tra i riconoscimenti ufficiali riferiti alle coste sicuramente si possono citare le “bandiere blu”. Si tratta di particolari riconsocimenti legati alle “qualità” delle spiagge e assegnati dalla FEE ( FEE= Foundation for Environmental Education, organismo non-profit con sede a Copenhagen che si occupa dello sviluppo sostenibile vedere: https://www.fee.global/blue-flag ). Sono ben 135 le spiagge croate premiate con la Bandiera Blu dalla Fee (l’avevate già vista quando si era parlato l’anno scorso di Rimini e in generale su come e chi rileva il livello della qualità delle coste e del mare),
La Bandiera Blu è un riconoscimento internazionale, istituito nel 1987, anno europeo dell’ambiente, che viene assegnato ogni anno in 49 paesi. Inizialmente si trattava di paesi esclusivamente europei, più recentemente viene attribuito anche a paesi extra-europei. è attribuito con il supporto e la partecipazione delle due agenzie dell’ONU: UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) e UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo) con cui la FEE ha sottoscritto un Protocollo di partnership globale e riconosciuta dall’UNESCO come leader mondiale per l’educazione ambientale e l’educazione allo sviluppo sostenibile. Bandiera Blu è un eco-label volontario assegnato alle località turistiche balneari che rispettano criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio. Obiettivo principale di questo programma è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.
Siccome da indagini di mercato emerge che il 90% dei turisti stranieri considera la Croazia esclusivamente come una meta per vacanze stanziali in riva al mare concentriamoci ora su quanto fatto a livello governativo per incentivare questa propensione balneare. Queste politiche sono state adottate dal governo croato all’indomani dell’indipendenza, ed è grazie a queste che la Croazia tornò ai livelli turistici pre-guerra per superarli decisamente entro breve tempo. Il trend è poi costantemente in crescita (anch se anche quest’anno forse non tornerà ai recenti fasti … per gli stessi motivi per cui siamo legati qua in casa ci sarà un anno “particolare” e non in senso positivo per il turismo croato, come probabilmente per tutti i Paesi, ma probabilmente le innovazioni messe in atto dalla scorsa estate possono indirizzare verso nuove forme di turismo su cui la Croazia avrebbe garnde potenzialità). Ma a prescindere dai dati che verranno raccolti nell’estate 2021, il turismo che investe la costa è ancora e di gran lunga la voce principale del turismo croato. Un turismo che era partito di slancio proprio all’indomani dell’indipendenza dagli altri “territori” componenti l’ex-Iugoslavia, uno “slancio” datogli proprio dalle politiche attuate dai governi croati. Vediamo quindi alcune di queste politiche e di questi “indirizzi” atti a sviluppare e avvantaggiare il turismo in ingresso:
-) all’indomani della fine della guerra la Croazia ha facilitato l’ingresso di capitali stranieri per la costruzione e l’ammodernamento delle strutture alberghiere. Ha facilitato in tal senso l’entrata di capitali provenienti da operatori del settore, prime tra tutte le catene alberghiere multinazionali della fascia del lusso, come Hilton, Radisson e Kempinski, ma ovviamente è stata notevole anche la penetrazione di capitali provenienti da banche estere. Questo è stato sicuramente un fattore determinante per lanciare il comparto turistico costiero.
-) La Corazia ha puntato fin da subito sul potenziamento della rete stradale e (soprattutto!!!) del traffico aereo.
Sono stati potenziati principalmente gli scali aeroportuali delle città costiere di Dubrovnik, Spalato e Zara, ovviamente in risposta alla vocazione del turismo marittimo-balneare del Paese. Ciò è stato determinante nell’incremento dei flussi turistici. L’espansione di questi aeroporti, causa e allo stesso tempo conseguenza di un maggior afflusso di turisti, è sicuramente dovuto allo sviluppo delle compagnie aeree low cost
L’aeroporto più vicino a Dubrovnik è quello di Cilipi a circa 20 km sud-est della cittadina. Come gli altri scali croati, anche quello di Dubrovnik è in continua espansione, grazie alle politiche di rilancio del turismo da parte del governo. E’ stato varato un piano di ammodernamento e ampliamento che porterà l’aeroporto a sostenere il flusso di passeggeri in continuo aumento. L’aeroporto di Ragusa, in croato ZračnalukaDubrovnik (ve lo riporto per sottolineare un aspetto che qualche fenomeno gli anni passati continuava a sbagliare — Dubrovnik e Ragusa sono la stessa cosa!), è un aeroporto civile che serve la città di Ragusa. Posto a 19 km a sud della città, è il principale scalo della regione ed è interessato da un alto volume di voli charter (…..) durante la stagione estiva.
Altro aeroporto costiero: l’aeroporto di Spalato, uno degli scali più importanti della Croazia. Posto a circa 25 chilometri dal centro di Spalato, lo scalo è posizionato vicino alle città di Kestala e Resnik. Come gli altri aeroporti croati, anche quello di Spalato sta affrontando un deciso aumento del traffico, soprattutto durante la stagione estiva. Funge infatti da hub per la compagnia Croatia Airlines, che mette a disposizione voli verso città europee come Londra, Amsterdam, Francoforte, Roma e Parigi.
D’altronde SPALATO una visita la merita di certo. Fin dall’antichità era una zona particolarmente tenuta in considerazione. Pensate alla villa di Diocleziano che qui sorgeva. Spalato è il capoluogo della Dalmazia e la seconda città della Croazia; si sviluppa lungo la costa, e il suo centro storico sorge tra quelle che erano le mura che un tempo racchiudevano proprio il Palazzo di Diocleziano. L’imperatore originario di queste terre e noto per aver riformato l’impero (oltre che per le persecuzioni ai cristiani). Fu proprio qua che decise di ritirarsi a vita privata quando lasciò il trono. Probabilmente la vita da imperatore era stancante e stressante, proprio come quella degli studenti del Mazzotti in periodo di coronavirus…
Per un breve e suggestivo tour di Spalato, guardate questo link: http://itinerandi.net/visitare-spalato-dintorni/
Tornando agli aeroporti: l’aeroporto che più si è avvantaggiato dal recente boom delle compagnie aeree low cost è sicuramente quello di Zara. Questo aeroporto nel 2010 registrò il record storico di crescita percentuale rispetto all’anno precednte (addirittura un 35% in più rispetto) grazie ad accordi che lo hanno reso il principale hub del Paese per le compagnie low cost. Attualmente la crescita percentuale non è a quei livelli, ma è comunque sostenuta e quel che più conta è costante.
Zara aeroporto di Zara
Altri aeroporti lungo la costa sono “minuscoli”. Esempio quello sull’isola di Brac che è comunque una meta turistica rilevante. Visto che ve l’ho fatta vedere anche prima, spendiamoci due parole. Nota in passato come isola della Brazza, l’Isola di Brac è l’isola più grande della Dalmazia e con il picco Vidova Gora (778 m) è l’isola più grande dell’Adriatico. Si trova di fronte alla città di Spalato a cui è ottimamente collegata con un efficiente servizio di traghetto. L’isola è lunga 175 km e ha molte calette suggestive” (vedere: https://www.bracinfo.com/it/ ). L’isola di Brac ha molte spiagge e tipologie di costa, ma di sicuro la più famosa è la spiaggia di Zlatni Rat. Si trova a Bol ed è inserita tra le dieci spiagge più belle del mondo in tante e svariate classifiche. è fatta di sabbia fine ed ha la forma di triangolo con una peculiare e lunghissima punta che si getta nel mare. La forma della punta varia a seconda delle correnti.
In genere gli aeroporti low cost si sono quindi sviluppati lungo la costa dalmata.
-) Inoltre se è pur vero, come si diceva, che all’indomani della fine della guerra è stato agevolato l’ingresso di capitali stranieri soprattutto legati agli operatori nel settore turistico e in special modo nella ricettività di lusso (Hilton e altri) è anche pur vero che la Croazia ha cercato di innalzare il più possibile gli standard qualitativi del proprio sistema ricettivo (in generale). Un sistema di controlli e premi monitora lo standard di qualità dei piccoli alberghi a conduzione familiare (circa 200, per un totale di 13000 posti letto, riuniti nella Nacionalnaudrugaobiteljskih i malihhotela) e per le circa 600000 unità registrate che offrono camere e appartamenti in affitto. Questo perché il target turistico si è molto ampliato dagli iniziali obiettivi legati agli alberghi di lusso (che praticamente si autofinanziavano), allargandosi sempre più verso fasce sempre più vaste di popolazione.
La crescita notevole dovuta a questa politica attenta agli standard qualitativi della ricettività alberghiera anche a basso costo è particolarmente visibile nei primi anni del nuovo decennio del nuovo millennio, vedere questo grafico sotto:
Ma la crescita non si è ovviamente fermata al 2012. Per darvi un’idea della crescita notevole e costante del turismo in Croazia (ovviamente i dati di quest’anno andranno in controtendenza ma si spera che rimarranno soltanto un caso) vi riporto questi dati estrattid da http://www.guidaviaggi.it/notizie/191926/croazia-turismo-in-crescita-nel-2018-con–10-di-arrivi :
CROAZIA: IN CRESCITA GLI ARRIVI TURISTICI, A +10%
06/07/2018 17:12Stando ai dati dell’ente nei primi 6 mesi dell’anno 6,4 milioni di turisti hanno visitato il paese, generando 25,4 milioni di pernottamenti, +12% anno su anno.Cresce a due cifre il turismo in Croazia nel 2018. Stando ai dati dell’Ente del Turismo nei primi sei mesi dell’anno, 6,4 milioni di turisti hanno visitato la Croazia, generando 25,4 milioni di pernottamenti, con un aumento rispettivamente del 10% degli arrivi e 12% di pernottamenti anno su anno. La maggior parte dei turisti, 5,5 milioni, è arrivata dall’estero (+12%), generando 22,2 milioni di pernottamenti (+10%). A scegliere la Croazia, in particolare tedeschi, austriaci, sloveni, britannici e polacchi. Un aumento del 10% degli arrivi e dell’11% dei pernottamenti è stato registrato anche per quanto riguarda i cittadini croati.
http://www.guidaviaggi.it/notizie/191926/croazia-turismo-in-crescita-nel-2018-con–10-di-arrivi
A piacere soprattutto sono le coste dell’Istria (7,4 milioni di pernottamenti), seguita dall’area dalmata di Spalato (4,5 milioni) e dalla regione Primorje-Gorski Kotar (4,3 milioni). Dati positivi sono segnalati anche negli arrivi (+12%) e pernottamenti (+13%) nella parte continentale della Croazia. Le località più amate per quanto riguarda i pernottamenti sono state Dubrovnik, Rovigno, Zagabria, Parenzo, Spalato, Umago, Medulin, Lussinpiccolo, Zara e Tar.
L’offerta turistica sulla costa croata è anche attenta alle varie nicchie turistiche. Ed è proprio per questo che la costa croata è anche una dei “leader” nell’ambito del turismo naturista. Molti campeggi e soprattutto spiagge sono dedicate (sia in Istria che in Dalmazia) ai naturisti/nudisti (quelle contrassegnate con la sigla FKK). è un ambito turistico in forte crescita, e su cui la Croazia si può dire si sia gettata a braccia aperte: https://www.croaziainfo.it/naturismo.html
La Croazia è “il paradiso” per naturisti. Tutti concordano che i villaggi naturisti sulla costa occidentale istriana siano i migliori d’Europa (Valalta a Rovigno, Koversada a Vrsar …). Lungo la costa sono locati diversi campeggi e le spiagge per nudisti e si può dire che qualsiasi sia la destinazione in Croazia, nelle vicinanze ci sarà sicuramente la possibilità di praticare il nudismo in tranquillità.
https://www.croaziainfo.it/naturismo.html
Come tutti i Paesi che sono investiti da una tipologia specifica di turismo, anche la Croazia ha cercato di diversificare l’offerta turistica sia per allungare il più possibile la stagione turistica estiva, sia per offrire sempre nuove motivazioni alla sua clientela e parallelamente sviluppare zone rimaste marginali al turismo. Ciò riecheggia quanto già visto relativamente alla Spagna (ricordate gli itinerari culturali?…). Quindi sebbene la Croazia abbia una vocazione turistica spiccatamente e storicamente costiera (vocazione che si può dire ben consolidata), il governo croato ha recentemente intrapreso varie azioni per differenziare e destagionalizzare la propria offerta turistica. La presenza di vaste aree protette e naturali nelle zone interne ha agevolato questa politica di “indirizzare” i turisti nell’entroterra proprio perché segue il “solco” di quanto proposto lungo la costa, ovvero la Croazia come privilegiata meta naturalistica grazie alla sua “natura incontaminata”. Attualmente il turismo è in aumento nelle aree interne, ma si badi bene, la Croazia attualmente resta un Paese dove il turismo è prevalentemente se non quasi esclusivamente legato alle coste.
Questo nuovo flusso turistico, limitato ma in espansione, che si indirizza nell’entroterra è frutto dello sforzo di “governance” sia a livello locale che nazionale. In questo senso si inquadra lo sforzo di incrementare un turismo selettivo, in grado di apprezzare la Croazia a 360° e soprattutto per 365 giorni (l’anno bisestile lasciamolo da parte). In funzione di ciò è stata favorita la piccola impresa, si sono create reti di comunità locali, si è sviluppato un artigianato e un’agricoltura di nicchia, si è proposta una rivalutazione di prodotti gastronomici locali e (interessante) sono stati aperti al pubblico, nel periodo delle vacanze, i fari operativi lungo l’intero litorale. Sono state tracciate strade del vino e dell’olio di grande successo, come quelle del Quarnero, nella penisola di Peljesac e sull’isola di Vis. (il Quarnero è un braccio di mare dell’Adriatico settentrionale che separa l’Istria da un gruppo di isole tra cui le più rappresentative sono le Cherso, Lussino e per l’appunto anche Vis.
una spiaggia dell’isola di Visisola di Vis isola di Vis krk la cosiddetta “perla del Quarnero”
In questo contesto di vita marittima si sono quindi inserite proposte che spostano l’attenzione nell’entroterra (se vi ricordate si era visto anche un qualcosa del genere quando l’anno scorso si era affrontato Rimini e la Riviera Romagnola). Per cui si sono create quelle strade del vino e dell’olio. Ambiti che si riallacciano a quel “brand” di Croazia come terra dalla natura incontaminata. Relativamente incontaminata.
Guardate per esempio questa proposta di tour da fare sia in barca che in bici e che veniva proposta per Luglio 2020 ( quando si pensava che si stesse uscendo dalla pandemia ma insomma vi erano ancora in atto tante restrizioni). “Si dice partenza ogni domenica a partire dal prossimo 27/07/2020 (dubito che vista la situazione attuale avrà tanto seguito …)” https://www.zeppelin.it/viaggi/dettaglio/golfo-del-quarnaro-bici-e-barca-copia-1059 Sarei stato curioso di vedere i risultati … ma non l’ho trovati …
tour di gruppo: bici e barca in Quarnero tour di gruppo: bici e barca in Quarnero tour di gruppo: bici e barca in Quarnero
Al di là delle singole proposte di tour, i percorsi in bicicletta delle parti bucolica dell’entreterra costituisce una delle offerte più in crescita sia in Croazia in generale che nel Quarnero specificatamente. Basta solo considerare le strade del vino dell’Istria nord-occidentale: https://www.coloursofistria.com/it/gastronomia/vino/strade-del-vino-della-regione-di-umago-cittanova
Nel proporsi come meta per vacanze naturalistiche, la Croazia sta puntando sull’offerta cicloturistica ed escursionistica, in grado di ampliare, nella percezione degli stranieri, l’appeal turistico dell’entroterra.
Va detto che questo ambito naturalistico è sfruttato anche in modo originale sempre lungo al costa. è in questo cointesto che si colloca un nuovo sport appositamente creato in Croazia: lo skraping (da skrapa, in croato “roccia aguzza”). Una disciplina che sta nell’arrampicarsi, saltare, correre tra le rocce e orientarsi nella natura. Ma tornando a parlare delle zone costiere che qua ci interessano, è da dire che d’altronde l’ambito naturalistico è ambito privilegiato in etrra croata, basta considerare le varie iniziative che si sviluppano in questo ambito anche per valorizzare il turismo lungo la costa. Per esempio: tra le iniziative naturalistiche che servono per attirare turisti amanti della natura ma allo stesso tempo anche sportivi, vi segnalo che da diversi anni a Tkon sull’isola di Pasman si organizza una manifestazione sportiva che raccoglie tantissimi entusiasti: si tratto dello SkrapingTkon!
Di questo sport non ne sapevo nulla. Le informazioni che ho raccolto sono però le seguenti (non dovete studiarvele era solo per una mia curiosità) ad ogni modo se sapete anche voi di cosa si tratta non sarebbe male. Credo che come per il Gerioglifico Anatolico non saremo molti a condividere queste informazioni. Ad ogni modo Di solito lo Skraping Tkon viene organizzato nel mese di Marzo (inizio marzo) ed è una gara internazionale di trekking sugli scogli: le isole e in particolare l’isola di Pasman sono quindi una ambientazione perfetta!
In particolare Skraping Tkon International – isola di Pasman (nome ufficiale della manifestazione) è una manifestazione internazionale unica che rientra nella categoria degli sport estremi e si tiene sull’isola Pasman, località Tkon annualmente . Prima dell’inizio della gara ai partecipanti alla SkrapingTkon viene data una mappa dell’isola con evidenziati i punti di controllo dai quali passare nel minor tempo possibile, fino a raggiungere il traguardo…
La gara Skraping Tkon è divisa in tre categorie: Ultra con percorso della lunghezza di 40 km, Light con percorso della lunghezza di 30 km e Djir, il percorso più facile su una lunghezza di 10 km. La manifestazione Skraping Tkon è un momento di unione tra sportivi e conta partecipanti di tutte le nazionalità – 850 partecipanti nel 2013, più di 900 nel 2014 – l’occasione ideale per scoprire e riscoprire una delle belle isole della Croazia meta non solo di vacanze piacevoli e rilassanti, ma anche luogo dove godersi vacanze attive praticando uno sport nuovo e curioso come lo Skraping o corsa sugli scogli. La manifestazione principale SkrapingTkon è accompagnata da numerosi eventi di contorno come la fiera dei prodotti tipici locali, sagre con offerta di gastronomia tradizionale, eventi culturali e rappresentazioni folkloristiche.
Il creatore dello Skraping Tkon è Joseph Tomic atleta professionista che dal 2007 prosegue nell’organizzazione della manifestazione con l’obbiettivo di interessare un sempre maggior numero di partecipanti e simpatizzanti sfruttando al meglio le ricchissime risorse naturali dell’isola Pasman, il bellissimo mare, le interminabili scogliere, la vegetazione ricca e rigogliosa nel periodo che precede la stagione turistica… Se adesso che en sapete qualcosa vi volete iscrivere alla prossima competizione, iscrivetevi tanto credo che con i problemi attuali la cancelleranno … hanno cancellato le Olimpiadi credo che si possa fare a meno anche dello Skraping Tkon, insomma se volete vedere come era (o sarà) oirganizzata lk’edizione del 2020 cliccate qua: http://www.skraping.hr/hr/ (certo è scritto in croato ma c’è anche l’opzione inglese)
Ma visto che si stavano citando le bellezze naturalistiche dell’entroterra, come “esca” per attirare i turisti nell’entroterra croato, menzioniamone qualcuna. Se fino a pochi anni fa l’unica destinazione di prestigio era il Parco nazionale dei laghi di Plitvice, famoso per le sue cascate, oggi si promuovono mete montane come il Parco naturale di Velebit, e attività come il trekking e il rafting.
Si può citare inoltre anche il Parco nazionale di Krka che comprende quasi tutto il corso dell’omonimo fiume arricchito oltre che da bellezze naturali, anche da tutta una serie di monumenti storici-culturali. Come per esempio tutta una serie di ruderi di vecchi mulini restaurati, oppure (altro esempio) un convento francescano collocato su una piccola isoletta in mezzo ad un “laghetto”. Ma l’attrazione più di richiamo è costituita da sette cascate. Questa è la parte più gettonata tra i turisti.
Per non parlare forse di una delle attrazioni naturalistiche più belle e non solo della Croazia: i Laghi di Plitvice (Parco Nazionale di Plitvice). Si tratta di un parco nazionale nell’entroterra croato, ma non lontano dalla costa. Siamo nel complesso montuoso di Lička Plješivica, in un territorio caratterizzato da fitte foreste ed estremamente ricco di corsi d’acqua, laghi e cascate. Non per nulla è un Patrimonio dell’Umanità UNESCO fin dal 1979. Qua non ci interessa (per il discorso che stiamo facendo) ma una piccola serie di immagini vi renderanno l’idea:
Questo parco tutela un sistema di 16 laghi carsici collegati tra loro da varie cascate, ruscelli. Il tutto immerso in una fitta vegetazione. La parte suggestiva che mette ben in evidenza queste caratteristiche e che vi fa quindi immergere in questo ambiente naturale, è un itinerario pedonale che conduce tra questi “laghetti”. Un itinerario pieno di passerelle di legno che scavalcano le varie cascatelle.
Non per nulla i commenti dei vari turisti sono univoci: https://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g303827-d554038-r423902917-Plitvice_Lakes_National_Park-Plitvice_Lakes_National_Park_Central_Croatia.html
Insomma il vantare otto parchi nazionali, quattro dei quali sulla costa o sulle isole, ha aiutata e spinto la Croazia a creare nuove opportunità turistiche.
E per finire con la Croazia “marittima” vi segnalo quest’ultima strategia di diversificazione dell’offerta turistica. Questa volta seguendo la scia e l’esempio della vicina Slovenia, la Croazia si sta muovendo anche per valorizzare il suo patrimonio termale. La Croazia sta adeguando l’offerta ricettiva agli standard internazionali e potenziando la promozione dell’intero settore delle vacanze wellness.
Come SINTESI della Croazia vedetevi questo video che tocca le sue principali destinazioni turistiche. è in inglese ma per voi che avete già visto Liverpool in inglese che problema c’è?….