la strategia per l’avvio dello sviluppo turistico
Per una zona in cui fin da sempre ha funto da importante ruolo di tappa intermedia e da scalo commerciale, il dotarsi di un aeroporto “all’altezza” era un punto fondamentale. Così venne naturale dotare Dubai di uno scalo aeroportuale all’altezza. D’altronde il primo passo per portare turisti è ovviamente quello di rendere accessibile il territorio. Di far arrivare le persone e poi renderle dei veri e propri turisti. (dargli un motivo per rimanere o per mettergli la pulce all’orecchio di poter passare successivamente qualche giorno di vacanza. Per un “porto franco” il motivo dello shopping viene quasi naturale).
Questa è la descrizione dell’aeroporto Dubai International Airport proposta nel sito ufficiale:
The Dubai Airports Company operates the airport established in 2008. The airport served as a hub for Dubai’s local airlines, Emirates that handles 51% of the airport passenger traffic and flydubai that controls 13% of passenger traffic. Other airlines in Dubai Airport are: KLM – Amsterdam Airport, SWISS, China Southern Airlines etc.
https://www.dubai-international-airport.com/
The capacity of the airport is 90 million passengers per year. By January 2016, the Dubai Airport has served 7.700 flights weekly operated by 140 airlines to over 270 destinations worldwide.
The airport has a massive contribution to the Dubai economy as it employs 90.000 people and provides approximately 400.000 jobs, that is about 21% of the Dubai employment. Notably, the staff employed at the construction sites not only at the airport but across the whole country, are workers from the nearby poorer Arab countries, India and Southeast Asia.
In breve tempo l’aeroporto di Dubai, il principale degli Emirati Arabi Uniti, è diventato anche uno dei più importanti hub al mondo. Moltissime le compagnie presenti nello scalo ma ovviamente svolgono un ruolo primario le compagnie aeree degli emirati arabi: Emirate Airlines ma anche le consociate Emirates SkyCargo e Fly Dubai (una low cost).
L’aeroporto si è sviluppato come punto intermedio e di passaggio tra occidente e oriente, d’altronde è così che si considerano gli EAU e nell’attuale geopolitica internazionale questo era anche legittimato (tra Europa e Cina e Giappone). Ormai però forse i flussi commerciali principali si sono stabilmente spostati tra USA e Cina quindi attraverso pacifico rendendo da questo punto di vista gli EAU non tanto il centro dello scacchiere globale quanto piuttosto la sua parte occidentale. Ma come sempre tutto ciò è questione di punti di vista e di prospettiva sulle analisi dei dati).
Ad ogni modo come si diceva il primo passo consisteva nel far passare quanta più gente possibile per Dubai, il secondo era incuriosirli e dargli un motivo per fargli passare quanto più tempo possibile a Dubai. Quindi già l’aeroporto doveva fungere a ciò, dal momento che non vi erano altri motivi (per ora) al di fuori di quello di doverci passare (per forza) per fare scalo durante il tragitto tra occidente e oriente (o viceversa). Così fin da subito l’aeroporto si è connaturato come un enorme centro commerciale (2kmq di duty free …). e l’importanza del “reparto” duty free è dato da questi semplici numeri forniti nel sito medesimo dell’aeroporto
The Duty-Free available at the Dubai International Airport is operated by the Dubai Duty-Free (DDF) company that provides a duty-free area at AL Maktoum International Airport. The Dubai Duty-Free is one of the world’s biggest retailers with the sales of over $1.82 billion in 2016 and about $1.85 billion in 2017.
https://www.dubai-international-airport.com/
D’altronde oggi l’economia di Dubai è assai più diversificata rispetto al recente passato. Questo è stato ottenuto grazie proprio alle politiche turistiche perseguite. All’interno di ciò proprio l’aeroporto che ha avuto un ruolo così fondamentale, riveste ancora oggi un ruolo fondamentale e sempre più di primaria importanza per Dubai.
About 33% of Dubai’s GDP Comes From its Airport
https://www.jerusalemonline.com/view/the-most-amazing-facts-you-never-knew-about-dubai-jol/?page=21
The airport contributes around $22 billion to its GDP. Oil only constitutes 2% of Dubai’s GDP, contrary to popular belief; the bulk of its revenue comes from transportation, commerce, trading, financial services, retail, and tourism. It does not come as a big surprise, then, that their airport – Dubai International, plays such an important role in the Dubai economy is an important contributor to the Dubai economy: it employs over 90,000 people, and supports over 400,000 jobs
L’aeroporto doveva essere un richiamo, lo specchietto per allodole (detto senza nessuna critica etico/morale) attratte dal lusso.
Doveva essere “affascinante” e di atrrazione, doveva essere il biglietto da visita dell’emirato.
L’aeroporto quindi fungeva da motivo per passare per Dubai, e ad esso erano delegati i compiti per cercare di incuriosire questi passeggeri di passaggio anche attraverso un duty free legato al lusso ma allo stesso tempo a prezzi il più bassi possibile. Questo era il primo passo. Far vedere Dubai come possibile “mercato” vantaggioso dando così motivo ad eventuali turisti di recarsi in questo esotico paese adibito in una specie di enorme centro commerciale a prezzi vantaggiosi.
AGEVOLAZIONI FISCALI E ABBATTIMENTO DELLE IMPOSTE (POSSIBILI GRAZIE AGLKI INTROITI PETROLIFERI) FURONO ATTUATE AL FINE DI ATTRARRE INVESTIMENTI PER APRIRE CENTRI COMMERCIALI O PER ELEGGERE DUBAI A “EMPORIO” DELLA ZONA. FU CREATO UN ENTE GOVERNATIVO APPOSITO PER INCREMENTARE L’ “ANIMA” COMMERCIALE DI DUBAI.
COSI SI CREARONO I PRIMI CENTRI COMMERCIALI “ZEPPI DI MERCI”, E SI FECE IL POSSIBILE PER MANTENERE PREZZI VANTAGGIOSI PER GLI ACQUIRENTI. CIO’ HA PRODOTTO PUBBLICITA’: “DUBAI COME UN MERCATO VANTAGGIOSO”, DA CUI L’IDEA DI DUBAI COME “GRANDE CENTRO COMMERCIALE CONVENIENTE DOVE FARE SHOPPING”. CON TUTTO IL RITORNO PUBBLICITARIO
ANCORA OGGI ATTUALMENTE I CENTRI COMMERCIALI A DUBAI SONO PIU’ DI UN FENOMENO CULTURALE MA SONO LA VERA LINFA VITALE DELLA CITTA’.
si consideri che per una città che diventa un polo di attrazione per “lo shopping” e non poteva essere uno shopping di basso profilo e a basso costo. O meglio a basso costo sì, ma relativamente a basso costo. O meglio ancora, merce a basso costo ma lussuosa. Questo doveva essere l’appeal dei nuovi centri commerciali. (D’altronde ci si rivolgeva inizialemnte a gente che si spostava da un lato all’altro del pianeta Terra e che quindi apparteneva ad un ceto benestante, da qui il target della merce per 2attirare” questi potenziali “turisti” di passaggio negli EAU). Ora come ora in questi centri commerciali non si trova solo il lusso, si trova di tutto. Ma per attirare prima bisognava puntare sulle elite internazionali che avrebbero funto da locomotiva per tutti gli altri ceti. Una volta instillata la moda o l’idea (nella testa delle persone) che Dubai equivale ad una meta lussuosa, anche chi non appartiene ad un ceto elevato ma potrebbe avere la possibilità di recarsi là, avrebbe l’idea di appartenere a questa specie di crema della società. Diciamo che anche se non avrebbe fatto parte di una raffinata e ristretta cerchia di crema chantilly, si sarebbe comunque potuto sentire una crema gradevole, una specie di mascarpone … Comunque per far ciò tutto ciò doveva andare di pari passo non solo con l’offerta di centri commerciali particolari e lussuosi, ma anche con una ricettività all’altezza di quei ceti che si volevano attirare e con cui avviare il turismo di Dubai.