Dubai EXPO 2020 e Breve Considerazione Finale

Abbiamo visto come :

a fianco di strutture ricettive fantasmagoriche e ad immensi centri commerciali si sono portati avanti (in parallelo) anche altri progetti stupefacenti. Tutto per stupire ed entrare così nell’immaginario collettivo. Tutto per far entrare una nuova località nel novero delle mete turistiche più importanti a livello planetario. Per far ciò l’emirato ha sfruttato le ingenti (ingentissime) risorse finanziarie derivanti dall’estrazione del petrolio (e successivamente le possibilità derivanti dal poter rivestire il ruolo di una specie di “paradiso fiscale” per flussi finanziari più o meno leciti. Si consideri qua, breve inciso, che se per esempio oggi gli oligarchi russi fanno transitare (e investono) ancor più decisamente i loro capitali a Dubai, spostandoli dall’Europa (non proprio una novità ma lo è per la portata), la “provenienza” di quei flussi finanziari (più o meno lecita…) rimane la stessa e su ciò non c’è nessuna novità. Ma come si è più volte detto la ricchezza primaria (e la base quasi esclusiva delle esportazioni degli EAU) rimane il petrolio (non a caso anche nei primi giorni di Marzo 2022, ovvero all’indomani dello scoppio del conflitto armato tra Russia e Ucraina con l’invasione dei primi su terra dei secondi, gli USA chiesero una maggiore produzione ed esportazione di petrolio da parte degli EAU in modo da farne calmierare il prezzo. Cosa su cui gli EAU non risposero positivamente per più motivi di ordine geopolitico, non ultimo il mancato “convinto” appoggio statunitense in Yemen. Comunque il petrolio è una risorsa che prima o poi finirà, o che comunque a livello globale si tenderà a ridurne l’utilizzo per limitarne l’impatto sull’ambiente. Passare quindi da basare la propria ricchezza da una risorsa siffatta, a sviluppare un settore dell’economia in forte ascesa a livello planetario è senza dubbio una strategia del tutto legittima e sensata (coronavirus e situazioni belligeranti permettendo …). Il turismo non è il solo settore che Dubai ha deciso di sviluppare, ma di sicuro oltre ad essere un settore strategico per questo emirato è anche quello che più di ogni altro ha plasmato l’attuale profilo della città. Le strategie turistiche hanno avuto successo? Decisamente sì, ne è prova il fatto che il turismo oggi è un elemento fondamentale dell’economia di Dubai e che noi ne abbiamo parlato come dell’esempio più lampante degli ultimi decenni.

Proprio per entrare nel novero delle principali destinazioni turistiche a livello mondiale, Dubai ha progettato e portato a termine dei progetti che sembrano delle vere sfide contro il possibile e che perciò costituiscono di per sé stesse delle attrattive turistiche. E ora che il Paese ha la sua cassa di risonanza a livello globale, ha cercato e ottenuto il grande evento per manifestarsi in tutto il suo “splendore”. E attirare turisti.

Tutto ciò si è quindi incanalato in quello che è il punto d’arrivo delle politiche turistiche di Dubai e che al tempo stesso dovrebbe esserne il punto di partenza: l’EXPO 2020 che a causa della pandemia è stato posticipato e si è svolto dal 1 Ottobre 2021 al 31 Marzo 2022. Come spesso accade un Paese in forte crescita cerca di accaparrarsi un grande evento a livello planetario da utilizzare come proprio biglietto da visita. Così ha fatto Dubai (e gli EAU in generale). Ha cercato e ottenuto un evento in cui mettersi in mostra; un evento che sia già di per sé stesso una vetrina in cui brillare e su cui progettare (e ampliare) le successive politiche turistiche. Visto che abbiamo appena visto la Cina, tenete in considerazione che si è da poco celebrata la cerimonia di inaugurazione di Bejing 2022 (le Olimpiadi invernali), dopo le Olimpiadi per eccellenza che si erano tenute nella stessa capitale cinese nel 2008. I Paesi che in genere investono tanto su questi grandi eventi hanno obiettivi di lunga durata (al netto dei soliti eventuali problemi contingenti … vedasi costi e annessi ….). A volte questi grandi eventi hanno dei costi che non verranno coperti con gli introiti derivanti dai turisti in visita per quello specifico evento (né dai relativi introiti generantisi più o meno direttamente in quel dato periodo). Ma questo ha un’importanza relativa per un Paese che si affaccia per la prima volta nel palcoscenico globale o che ha l’obiettivo di rigenerare/riaffermare la propria immagine. Quello che conta per questi Paesi è la ricaduta sul lungo periodo. Per Dubai ciò che conta è continuare a stupire.

Come abbiamo visto Dubai (insieme agli altri emirati degli EAU) si è affacciata relativamente da pochissimo tempo sulla scena mondiale. D’altronde la sua indipendenza risale solo al 1971. L’EXPO è l’evento scelto che dovrebbe fungere da porta di ingresso per questa nuova fase degli Emirati Arabi Uniti. L’EXPO è l’evento fortemente voluto per attirare ancora più turisti a Dubai e meravigliarli con le sue opere fantasmagoriche. Dubai come il nuovo palcoscenico di Le Mille e una Notte.

 il nuovo logo, quello difinitivo, per Expo Dubai 2020, Autore Ciano67

Alle porte di questo grande evento, tutta Dubai era in fermento per cercare di completare quanto più possibile le opere messe in cantiere. Oltre che ovviamente preparare “a festa” quelle già esistenti. Gli immensi sforzi finanziari di quegli anni ebbero anche alcune ripercussioni negative. Lo abbiamo visto per esempio riguardo alla realizzazione degli arcipelaghi artificiali (non solo per i ritardi, ma anche per un “aborto” ovvero la terza Palm Islands che era in cantiere). D’altronde stiamo parlando di arcipelaghi artificiali! E in quel momento il Paese si prodigava per farsi trovare bello e pronto per il 2020 del calendario gregoriano. Tra l’altro a me sorprende sempre un po’ il fatto che diamo così scontata questa numerazione degli anni per un posto come Dubai e per altri contesti del mondo. Ma ovviamente ciò è un discorso più ampio (come ogni discorso è legato ad un discorso più ampio …) ma che per fortuna vostra non dobbiamo affrontare. Tutto collega tutto e “collegamento” è proprio la parola base a cui è riferito l’EXPO di Dubai 2020. Lo slogan dell’EXPO 2020 è infatti: Connecting Minds and Creating the Future. Tutto l’accento è posto su “connecting”. Ne parleremo fra poco.

Certo, dire però che Dubai si era prodigata operosa per arrivare pronta all’EXPO è solo un modo per sottolineare l’impegno di questa città/emirato. Un altro modo potrebbe essere quello di dire che le élite di Dubai avevano pagato un buon numero di esseri umani per farli prodigare affinché il Paese fosse pronto per EXPO 2020 (la questione degli stipendi e della provenienza di questi lavoratori potrebbe essere un altro buon “collegamento” con il “globale”). Questa voglia di emergere ancor più grazie all’EXPO 2020 era ed è tangibile. La voglia di affermarsi come nazione (città) moderna e multiculturale è altissima. Gli sforzi in tal senso sono veri e forse poggiano in questo caso più sulle élite immerse in una cultura profondamente islamica che le nuove tendenze culturali (i nuovi impulsi culturali) mettono sicuramente sotto pressione. Ma questa pressione e questo contrasto avviene per tutti, in ogni parte del mondo, e forse con una continuità che non vede interruzioni. In questo continuo adattamento gli esseri umani sono tutti uguali. L’adattamento al mutamento come prerogativa umana, tra l’aspirazione a qualcosa di “nuovo” e il ricordo di qualcosa che non c’è più. In certo qual modo si tratta di un qualcosa che ci fa sentire appartenenti alla stessa comunità a prescindere da ogni singola e specifica caratterizzazione.

Tornando allo sforzo che Dubai ha fatto per farsi vedere pronta e idonea al grande evento, riporto le parole di Kleindienst, “the developers behind The Heart of Europe”:

Josef Kleindienst told CNN that the group is hoping to finish the entire project by 2020, just in time for the World Expo. “Expo 2020 is the time where everyone on this planet should come and visit Dubai,” he added.

https://edition.cnn.com/travel/article/the-heart-of-europe-the-world-dubai/index.html

Queste affermazioni rientravano in pieno in quel fermento di attesa per il grande evento. Una trepidante attesa che emerge anche dal sito ufficiale di EXPO Dubai 2020: https://www.expo2020dubai.com/ .

Vediamo qualche dato: 192 Paesi partecipanti, 25 milioni di turisti attesi, spazio dedicato all’expo: 438ettari. E ovviamente non poteva mancare l’ennesimo primato. Per l’inaugurazione dell’EXPO è stata presentata la ruota panoramica più alta del pianeta.

https://pixabay.com/photos/ferris-wheel-landscape-dubai-u-a-e-4792152/

Si chiama Ain Dubai, che significa “Occhio di Dubai” in arabo, è alta 250 metri, trasporta fino a 1.750 passeggeri per volta nelle sue 48 capsule a doppio vetro e offre panorami a 360 gradi decisamente mozzafiato: dall’alto si può osservare la splendida costa di Dubai, lo skyline della marina, oltre alle icone più famose della città, tra cui il Burj Al Arab, il Palm Jumeirah e il Burj Khalifa.

Ain Dubai (…). Alla sua base si trova una zona di intrattenimento con un enorme schermo LED montato sulla ruota. I passeggeri VIP avranno invece l’opportunità di cenare nella loro cabina personale o di prenotare un barman privato che preparerà squisiti cocktail mentre la ruota gira.
Da aperitivi serali, cene, compleanni, matrimoni o anniversari, Ain Dubai offre in tutto 19 esperienze personalizzabili che iniziano con una rotazione di circa 38 minuti, fino a due rotazioni di circa 76 minuti. La ruota sarà in funzione sia di giorno che di notte. 

https://viaggi.corriere.it/eventi/dubai-ruota-panoramica-2021_expo/

Queste invece sono le parole rilasciate al quotidiano arabo Al Bayan e riportate da Rai News del vice presidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti nonché sovrano di Dubai, Mohammed bin Rashid Al Maktoum, con cui ha commentato l’apertura di Expo 2020, inaugurata la sera del 29 settembre a Dubai: “Siamo orgogliosi di accogliere i rappresentanti di 192 Paesi nella terra della tolleranza e auspichiamo che questo evento possa servire a trovare soluzioni alle sfide globali, con un livello di cooperazione internazionale di cui l’umanità ha bisogno“. Sono parole che anche e soprattutto nel momento attuale assumono anche maggior importanza.

L’inaugurazione dell’EXPO è avvenuta attraverso una cerimonia fastosa trasmessa in streaming e seguita da milioni di persone in tutto il mondo, in cui tutti i Paesi partecipanti hanno sfilato tra esibizioni di cantanti e artisti internazionali, terminando con la voce del tenore italiano Andrea Bocelli. Così si è alzata finalmente il sipario sulla prima Esposizione universale nel mondo arabo, un evento storico che arrivava dopo un anno di rinvio causa pandemia. Sostenibilità, mobilità e opportunità erano le tre parole chiave attorno alle quali è ruotato l’intero programma di Expo e a cui sono stati dedicati i tre principali distretti. La manifestazione puntava a offrire una vetrina collettiva per mettere in campo le idee più innovative per rispondere alle attuali urgenze globali, da qui il titolo Connecting Minds, Creating the Future (collegare le menti, creare il futuro). Tale motto si presta anche ad un gioco di parole con il nome arabo della città, che è al-Waṣl (se vi interessa in arabo si scrive ﺍﻟﻮﺻﻞ) e che significa “il collegamento”. Per una città portuale mai nome fu più appropriato. D’altronde l’approdo alla tematica di questo Expo non è casuale. Come città basata sul commercio, e quindi su libertà di comunicazione la cosa anzi sembrerebbe del tutto in linea con la sua storia. Al-Wasl è anche il nome dato al centro dell’area dedicato all’EXPO, ovvero la piazza principale dell’area dedicata all’EXPO; si vede che questo nome gli piaceva proprio. Qua di seguito avete la cerimonia di apertura. Non è che dovete vedervela tutta eh! Scorretela veloce. Il punto è che la presentazione in pompa magna (come è sempre stata) è consona/proporzionale agli obiettivi che il Paese si era posto. Il flusso stimato dei visitatori si aggirava attorno ai 25 milioni. Non è poco per un Paese come gli EAU che ne contano poco meno di 10 milioni e che non ha grandi Stati confinanti sotto il profilo della consistenza demografica.

Il sito proposto per la manifestazione è stato il nuovo quartiere fieristico denominato Dubai Trade Center – Jebel ʿAlī da circa 400 ettari e posto in zona adiacente al nuovo Aeroporto Internazionale Āl Maktūm. L’area è posta a circa metà strada tra Dubai e Abu Dhabi. Dalla piazza Al Wasl si dipanano, nella forma di tre grandi petali, le tre aree tematiche della manifestazione: Opportunità, Sostenibilità e Mobilità. Ognuna di esse ospitava padiglioni tematici nelle fattezze di tradizionali souk arabi e un’area denominata (non a caso) “Best Practice” per ognuno dei singoli temi. Tra i petali sorgono tre tra le più importanti strutture dell’esposizione: il Padiglione di Benvenuto, il Padiglione dell’Innovazione e il Padiglione UAE. All’esterno dei tre petali si trovano invece i vari padiglioni nazionali, come da tradizione delle Expo. Per vedere come era organizzato e per farne un tour virtuale si rimanda a quello che era il sito ufficiale di EXPO Dubai 2020 (e che vedo che è ancora attivo): https://www.expo2020dubai.com/ .

Tutti i viali attorno alle aree tematiche e la stessa piazza centrale erano ricoperti di tende a loro volta ricoperte da materiale fotovoltaico che avrebbe dovuto generare il 50% dell’energia richiesta dall’intero sito espositivo. Il richiamo alla sostenibilità (vedere quanto detto per Abu Dhabi) era fondamentale e doveva essere manifesto. Infatti per accedere al sito si potevano sfruttare 750 bus a emissioni zero chiamati Expo Riders, mentre all’interno del sito i collegamenti erano garantiti da una cabinovia.

“Il collegamento” è un tema perfetto per una città che ha puntato molto anche sul “collegamento” tecnologico. Sull’aeroporto come elemento strategico per accentrare l’attenzione su di sé abbiamo parlato proprio all’inizio come base di partenza dello sviluppo turistico di Dubai. L’Emirato ha puntato molto sulle connessioni e sulla comunicazione. Un settore altamente strategico. Infatti oltre agli investimenti nell’edilizia e nelle infrastrutture turistiche, già nel 2000 era stata costituita la Internet City.

Dubai Internet City (DIC) (Arabic: مدينة دبي للإنترنت‎) is an information technology park created by the government of Dubai as a free economic zone and a strategic base for companies targeting regional emerging markets. 

https://en.wikipedia.org/wiki/Dubai_Internet_City

Questa libertà ha portato Dubai ad attirare società del calibro di Microsoft, Ibm, Google, Intel, Samsung e così via. Sulla scia di questa esperienza di successo, nel 2006 si è dato vita anche all’area Dubai Media City URL, polo strategico nel settore delle comunicazioni. Quale miglior premessa per le tematiche dell’Expo 2020?

Inoltre l’Esposizione è caduta proprio nel 50º anniversario dalla fondazione degli Emirati Arabi Uniti, il cosiddetto Golden Jubilee dello Stato. Fatto che sicuramente avrà avuto un certo peso sia nella determinazione degli EAU di aggiudicarsi tale evento, sia nel voto finale delle altre Nazioni che hanno optato per Dubai dopo tre tornate di votazioni. Tra l’altro durante l’assegnazione dell’EXPO la più forte e ostica antagonista è stata la Russia che proponeva la città di Ekaterinburg (la cosa vista oggi sa quasi di paradossale …).

Fig.3 render pella pianta di Expo 2020

La carta sopra è per darvi un’idea del sito dedicato all’EXPO attraverso una pianta, che in questo caso è un render. Nella carta trovate evidenziato il padiglione della svizzera non perché io abbia particolari predilezioni per questo Paese ma per il semplice motivo che la mappa-render l’ho presa dal relativo sito svizzero: https://houseofswitzerland.org/events/expo-2020-dubai .

Come accennato prima la pianta dell’area dedicata all’EXPO era a forma di fiore, con la piazza Al Wasl al centro da cui si dipanano tre enormi petali che comprendevano le tre aree tematiche della manifestazione: Opportunità, Sostenibilità e Mobilità.

Questo particolare accento alla sostenibilità è anche supportato dal fatto che tutti i viali attorno alle aree tematiche e la stessa piazza centrale ricevono il 50% dell’energia necessaria al loro funzionamento dal sole da particolari pannelli fotovoltaici. Si tratta di materiale/pannelli fotovoltaici collocati sulle tende che sono messe un po’ dappertutto nell’area a mo’ di richiamo alla cultura tradizionale di Dubai. Le grandi tende hanno anche un altro uso, durante la notte sono utilizzate per proiezioni digitali.

Ma non solo. Per l’accesso al sito sono stati messi a disposizione anche 750 bus a emissioni zero chiamati Expo Riders (questo per evidenziare l’aderenza al tema della sostenibilità) ed è stata costruita un’apposita stazione della metropolitana di Dubai (questo invece con la sostenibilità c’entra poco ma c’entra molto come opera che resterà funzionale anche dopo il grande evento).

Tutti i Paesi sono in fermento a causa delle opportunità che tale Expo potrebbero avere sotto vari profili per gli stessi Paesi. Quindi cerchiamo di intravedere qualche cosa.

Abbiamo visto che l’Expo è incentrato sulla sostenibilità ambientale e il riciclo. Quindi molti padiglioni sono in linea con ciò. Basti vedere questo render del Padiglione che stavano realizzando (a loro tempo) i Paesi Bassi.

Tra le varie installazioni quella del Regno Unito si presentava come una delle più spettacolari. Ve la propongo anche visto e considerato il legame storico tra UK e EAU. Il titolo del padiglione era “Poem Pavilion” ed è stato progettato dall’artista britannica Es Devlin. Il padiglione metteva in evidenza le avanzate competenze britanniche nel campo dell’Intelligenza Artificiale e della tecnologia spaziale.

L’idea del Padiglione si basa direttamente su uno degli ultimi progetti di Stephen Hawking, ‘Breakthrough Message’, una competizione globale che Hawking aveva lanciato nel 2015 invitando le persone di tutto il mondo a capire quale messaggio comunicare come pianeta alle altre civiltà avanzate nello spazio.
Il Padiglione del Regno Unito vuole accogliere i visitatori provenienti da tutto il mondo per far parte a un progetto collettivo globale che mette in mostra le competenze britanniche in A.I. trascendendo le identità nazionali.
L’esterno del Padiglione avrà quindi una facciata a LED luminosa alta 20 metri che diffonderà un messaggio globale generato dall’Intelligenza Artificiale collettiva.

https://www.assolombarda.it/servizi/expo/informazioni/expo-2020-dubai-design-del-padiglione-del-regno-unito-sara-basato-sul-progetto-di-stephen-hawking
render padiglione UK
padiglione UK

Ricordate poi quando si parlava dell’EXPO di New York in cui venne presentato il primo ascensore? Proprio a New York dove di lì a poco ci fu il boom dei grattacieli. A Dubai abbiamo visto che attualmente vi è il grattacielo più alto al mondo e che le costruzioni in altezza sono una caratteristica della città. Ebbene per l’EXPO 2020 nel padiglione della Germania sarà anche presente il primo ascensore al mondo senza filo per grattacieli. La portata di una tale innovazione è notevole ed è notevole il fatto che venga proposta proprio all’Expo di Dubai. https://www.assolombarda.it/servizi/expo/informazioni/i-primi-ascensori-al-mondo-senza-cavi-presentati-ad-expo-2020-dubai

Per quanto riguarda la partecipazione italiana, questa è stata siglata a Gennaio 2018 dall’allora ministro degli esteri A. Alfano ed era ovviamente una grossa opportunità di visibilità per il nostro Paese e per le aziende che ne fanno parte. Per averne un’idea vi rimando ad un articolo del Sole24ore ( https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-01-25/oltre-780-aziende-italiane-campo-expo-dubai-2020-sette-dieci-sono-pmi-192839.shtml?refresh_ce=1 ) e ad una dichiarazione dell’ex ministro degli esteri

L’Italia è stato il primo paese del G7 a confermare la partecipazione alla manifestazione. Quella di Dubai sarà la prima esposizione universale organizzata in un paese arabo. Ci sono grandi opportunità per il nostro sistema paese. Partiamo già con un avviamento molto significativo. Sono il primo mercato per le nostre esportazioni in Medio Oriente. Abbiamo una straordinaria potenzialità sull’innovazione e sulla ricerca, che si potrà sviluppare in quel contesto.

Angelino Alfano

Visto e considerato che ho riportato i video ufficiali dei padiglioni di alcuni Paesi mi sento un po’ in obbligo morale di riportare anche quello dell’Italia. Dopo aver visto il video devo ammettere che per metterlo (postarlo) qua l’obbligo morale che sento deve essere proprio notevole. La realizzazione del padiglione è stata di gran lunga meglio di quel che il video lasciava intravedere (almeno per me). Certo che la musichina (parlare di colonna sonora mi sembra troppo altisonante in questo caso) la potevano scegliere un pochino meglio. Va bene un accenno alla nostra natura mediterranea, ma la si potrebbe esprimere anche con altre sonorità. Diciamo che con questo video sembra proprio che entri in scena il Paese che la butta in “tarallucci e vino”. Cosa che purtroppo a volte è quel che è.

Va bè … si migliorerà. Quersta è la parola d’ordine in certi ambiti… compresi i momenti in cui vi riporto il compito in classe…. Diciamo che seppur il render del padiglione Italia non è che attiri particolarmente la curiosità delle folle (almeno la mia), la realizzazione è stata all’altezza delle attese per un Paese come l’Italia dove bene o male l’alta tecnologia si coniuga con una tradizionale cura per la bellezza artistica.

presentazione del padiglione Italia

E così contrariamente a quella che doveva essere la pubblicità dell’Italia, il padiglione Italia è stato un successo. Tra i più acclamati, apprezzati, e soprattutto tra i più visitati. In riferimento al capitolo sul marketing territoriale e sulla creazione del destination brand (ma in genere sul marketing) ricordate l’importanza del logo? L’Italia lo connette sempre alla bellezza estetica, che è un biglietto da visita già dentro la testa degli osservatori che guardano l’Italia (assieme a tante altre cose anche meno gradevoli eh…). Il padiglione ha suscitato tanto interesse ed è risultato tra i più belli esteticamente rendendo appropriato il motto usato per l’occasione dall’Italia.

padiglione Italia

Qua l’articolo dell’ansa che ne parla: Expo Dubai: Padiglione Italia chiude con 1,6 mln visitatori – EXPO 2020 – ANSA.it

(ANSA) – DUBAI, 31 MAR – Il Padiglione Italia a Expo Dubai conclude il semestre di eventi e iniziative superando la quota di 1 milione e seicentomila visitatori in presenza (il dato finale è 1.619.850) e raggiungendo 13 milioni di utenti online in tutto il mondo.
    Nel corso della prima esposizione universale nel mondo arabo l’Italia – riferisce una nota del padiglione italiano – ha confermato e rafforzato la sua posizione di leadership del Mediterraneo allargato, portando sulla piattaforma globale di Dubai centinaia di best practice e progetti per il futuro con i propri territori, le proprie aziende e istituzioni politiche, scientifiche, culturali e accademiche.
    “Expo Dubai ha offerto all’Italia un’occasione unica per valorizzare innovazione, tecnologie e nuove prassi, per sviluppare partnership tecnologiche, opportunità di investimenti esteri e collaborazione internazionale tra imprese, organismi accademici e scientifici”, ha detto il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio in un messaggio video inviato al Padiglione Italia a conclusione di Expo.
    Il Padiglione Italiano, con il claim “La Bellezza unisce le Persone”, è stato premiato alla vigilia della chiusura dell’Esposizione Universale con due riconoscimenti: miglior Padiglione agli UAE Innovates Awards, conferito al progetto più innovativo nella categoria “Best innovation that achieves sustainability” e un bronzo nei premi del Bureau International des Expositions (BIE) per la “miglior interpretazione del tema”.
    Il premio ricevuto del BIE ha valorizzato l’unicità del percorso espositivo del Padiglione, che ha avuto nella riproduzione in 3D del David di Michelangelo l’elemento più ammirato e raccontato da tutti i principali media internazionali e italiani. Il Padiglione Italia aveva già ottenuto nei mesi scorsi il premio di The Exhibitor Magazine (USA) per il “Miglior elemento del percorso espositivo di un Padiglione a Expo Dubai” per il David e quello di “Miglior progetto imprenditoriale dell’anno” per i Construction Innovation Awards (UAE). “L’Italia esce a testa alta da Expo 2020 Dubai, con riconoscimenti e attestati internazionali per aver mostrato con il Padiglione le proprie eccellenze nell’innovazione, nella sostenibilità e nella creatività”, ha commentato il commissario generale per l’Italia a Expo Dubai, Paolo Glisenti.
    (…)
    La legacy dell’Italia in questa Expo prevede non a caso lo sviluppo di progetti nell’ambito dell’education e della ricerca, finanziati con il Pnrr: la realizzazione di un campus arabo-mediterraneo assieme a un centro di ricerca e alta formazione per la digitalizzazione e ricostruzione dei beni culturali distrutti o danneggiati in zone di guerra e un campus di ricerca e formazione sulla trasformazione del cibo.
    Le istituzioni di tutto il Paese, comprese 16 Regioni e una provincia autonoma (il numero più alto mai portato dall’Italia a un’Expo), sono state protagoniste della vasta programmazione del Padiglione, che ha ospitato circa 150 eventi con 7.000 partecipanti oltre a 17 mostre tematiche.
    (…) (ANSA).

Expo Dubai: Padiglione Italia chiude con 1,6 mln visitatori – EXPO 2020 – ANSA.it

Nel video che segue vengono riportati i 15 padiglioni più belli. Le classifiche lasciano il tempo che trovano soprattutto se non sono portate da “istituzioni” che ne legittimino in qualche maniera un certo criterio, però a volte rendono l’idea. Se volete eccoveli:

i “migliori” 15 padiglioni dell’EXPO

E questi sono i dati finali sugli afflussi turistici e i visitatori dell’EXPO Dubai.

Dubai ha chiuso l’Expo 2020 con numeri significativi della voglia di ripartire dell’intera industria turistica mondiale. I 192 padiglioni protagonisti del sito espositivo hanno ricevuto 24.102.967 visitatori da tutto il mondo. Nel complesso un visitatore su tre è arrivato dall’estero, per un totale di 178 Paesi registrati, a cui si aggiungono circa 200 milioni di visite virtuali. Oltre 35mila gli eventi che hanno animato la manifestazione accendendo i riflettori su musica, danza, intrattenimento per bambini, conferenze business, parate, eventi sportivi e workshop creativi. I numeri del Padiglione Italia Durante i sei mesi di Expo 2020 Dubai il Padiglione Italia ha superato 1,6 milioni di visitatori e 13 milioni di contatti online. Ispirato al claim ‘La Bellezza unisce le Persone’ e premiato a livello internazionale, il Padiglione è stato fulcro di 180 eventi culturali e sportivi, di cui sono state protagonisti 16 regioni italiane e una provincia autonoma, oltre 50 aziende partner e centinaia di istituzioni culturali, scientifiche e accademiche. In omaggio al claim dell’Expo “Connecting Minds, Building the Future” la destinazione punta ora a capitalizzare il lavoro messo in atto durante l’Esposizione Universale. Per questo motivo più dell’80% degli elementi costruiti in occasione di Expo 2020 saranno riconvertiti per dare vita a District 2020, un centro multifunzionale con spazi per uffici, aree residenziali, negozi e outlet, spazi per praticare la corsa, piste ciclabili e aree verdi. Interamente percorribile a piedi, District 2020 sarà un ambiente poco motorizzato che offrirà trasporti pubblici automatizzati e servizi di navette intelligenti.

Dubai, le cifre di Expo 2020: oltre 24 milioni di visitatori | TTG Italia

Come si diceva è la prima volta che un Paese arabo organizza l’Expo. è fatto notevole che illustra molto le compenetrazioni culturali ed economiche attuali al netto di terrorismo e nuove forme neo-protezionistiche che alcuni Stati sembrano cercare di perseguire (in primis gli USA di Trump e annessi). In funzione di ciò all’Expo 2020 ovviamente è dedicata gran parte degli articoli delle testate del golfo. Tra tutti vi segnalo questo, breve ed esplicativo, articolo online che è stato proprio pubblicato 4 giorni fa (ovvero il 17/08/2019). Sembra più una promozione dell’evento che un’analisi, ma non è che noi in Italia abbiamo fatto diversamente: https://gulfnews.com/uae/dubai-reveals-ambitious-green-plans-for-expo-2020-1.65864836 . Ve ne estrapolo alcune parti:

The emirate is turning the desert into a green and sustainable oasis decorated with unique buildings, covering an area of 4.38 square kilometres.

(….) Dubai is turning the event’s location into an artistic scene full of greenery and water, to capture the attention of visitors and followers from around the world.

In a statement to the Emirates News Agency, WAM, Ahmad Al Khateeb, CEO of Development and Real Estate, Expo 2020 Dubai, said: “The expo will not only feature buildings and pavilions that will impress visitors, but also trails, fountains and parks that will capture their attention, as well as the Al Wasl Dome, which will serve as a giant screen.”

https://gulfnews.com/uae/dubai-reveals-ambitious-green-plans-for-expo-2020-1.65864836

Ad ogni modo va detto che l’ottenimento dell’Expo era funzionale ad accendere i proiettori su Dubai e sugli interi EAU. Ovviamente ci saranno stati più motivi alla base della scelta di cercare di ottenere questo grande evento a tutti i costi. Ma a noi qua ci interessa quello prettamente turistico. Incentivare ancor più il turismo a Dubai, dare maggiori e diversificate motivazioni per recarsi a Dubai ad un numero maggiore di potenziali turisti. Proprio in funzione di ciò abbiamo visto come Dubai si è lanciato anche nell’ambito del turismo culturale (e questo ha molteplici valenze) e sempre in funzione di ciò possiamo dire che l’esposizione universale sia l’approdo finale di questa “rincorsa” alla “cultura”. Ciononostante la sua offerta turistica è ancora saldamente ancorata a quel modello di stupire e far parlare di sé per le sue stupefacenti costruzioni. Al modello legato al lusso e allo shopping. Magari con lo scorrere del tempo, con le nuove generazioni, qualcosa cambierà. Ma se qualcosa cambierà vuol dire che dovrà cambiare l’intero tessuto sociale di Dubai assieme alle prospettive della nuova classe dirigente. E ciò sarà in parallelo ai cambiamenti globali (sociali, economici ecc. di cui ormai gli EAU fanno parte nel bene e nel male).

Ma se su quel che sarà possiamo fare solo congetture (e noi qua non le faremo), su quel che è possiamo parlare in maniera più propria. Non perché ci sia una verità da ammirare e consultare ma perché abbiamo più dati tangibili e più riscontri per guardare alla Dubai oggi. E oggi l’immagine del turismo a Dubai è più articolata, il turismo offerto è più diversificato di quello che si proponeva fino a qualche anno fa. Ciononostante l’immagine che era presente nel sito ufficiale di visita Dubai (Fig.5) è a parere mio quella che ancora oggi esprime l’essenza della sua offerta turistica:

Fig.5

Questa immagine tre anni fa l’avevo presa a questo link del sito ufficiale: http://www.visitdubai.com/it/articles/dubai-events-highlights-things-to-do

Se voi provate ad andarci ora troverete che questo sito è attualmente diverso (vi darà questo nell’url: https://www.visitdubai.com/it?missingtranslation=true ), e praticamente sarete qua: https://www.visitdubai.com/it . Il cambiamento è normale, figuratevi avrebbe meravigliato il contrario. Tre anni sono attualmente un’enormità negli EAU. Solo in Italia potremmo trovare la stessa granitica offerta turistica anche a distanza di un lasso di tempo ben maggiore (in riferimento a ciò è tragicomico il sito fatto dal governo italiano per attirare turisti cinesi che 7 anni fa il giornalista del corriedellasera G. Stella metteva in evidenza … A Dubai una cose del genere sarebbe stata impensabile.). Da questa nuova homepage di visitdubai.com/it traspare un mondo quasi fatato, dove tutto è possibile e a tutto è aperto. Ma rientra appieno in quella logica espressa dalla dicitura “A Dubai non ci si annoia mai!” che tempestava- ed è presente ancora oggi- la homepage del sito ufficiale. E là si dava a fianco di quella dicitura l’immagine di Fig.5. Questa immagine era già un programma.

A distanza di tre di anni effettivamente l’accenno sulla “cultura” e la continua e onnipresente esposizione di ciò che è ora universalmente riconosciuto come qualcosa di legato all’arte è elemento fisso della promozione di Dubai. Lo si riscontra e ritrova dappertutto. Anche l’Expo rientra in questo ambito di continuo richiamo alla cultura e all’innovazione. Ma tutto questo richiamo alla cultura, all’arte e all’innovazione avviene sempre in un contesto fortemente commerciale. Dappertutto saranno sempre più presenti e aperte mostre ed eventi culturali, perché la cultura sembra essere uno degli ultimi ambiti prettamente umani (e quella socialmente riconosciuta come la “più nobile” delle espressioni umane). L’ultimo dei “giochini” umani. E ciò può essere ovviamente funzionale a tante altre cose.

Ora quell’immagine pubblicitaria del turismo di Dubai (Fig.5) la si ritrova anche attualmente riproposta in caratteristiche simili ma non identiche. D’altronde la sensibilità cambia e cambiano anche i momenti che rendono la stessa cosa più o meno opportuna. Oggi immagino si sia consapevoli che quell’immagine non rispecchierebbe le intenzioni dell’Expo che poggiano sostanzialmente sul tema della sostenibilità.

Dell’immagine di Fig.5 se ne hanno anche altre versioni “simili”. Sono immagini che ancora trovate citate in post relativamente recenti (per esempio quella che ho tratto sotto è di un post datato Dicembre 2018) che parlano dei motivi per cui valga la pena recarsi a Dubai. E nel caso specifico si cita proprio lo shopping come principale fattore. Ovviamente. Abbiamo visto che a fianco allo shopping si sono sviluppati parallelamente e a supporto di esso anche altri ambiti dediti al turismo. Ciononostante il lusso e lo shopping rimangono importanti elementi di attrazione turistica di Dubai. Almeno fino all’Expo. D’altronde se il Dubai Shopping Festival rimane un evento così importante, un qualche motivo ci sarà. https://www.expresstravel.in/latest-updates-travel/dubai-shopping-festival-dsf-will-be-back-for-its-24th-edition-from-december-26-2018-to-january-26-2019/406060/

Le due immagini credo siano state fatte in contemporanea, o meglio nello stesso “turno fotografico”, oppure fatte con qualche software che ha sostituito soltanto la modella. Ad ogni modo sono sorprendenti perché pur cambiando radicalmente la protagonista (sotto il profilo dell’estrazione culturale, cosa che ovviamente doveva essere ben visibile e chiara), la logica rimane intatta. Sembra di essere davanti ad un moderno “Il Gattopardo”, per la cui logica però non è nemmeno più necessario lo scorrere del tempo. La logica gattopardiana del “cambiare tutto per non cambiare nulla” a volte è sorprendente. Le merci che fanno da sfondo qua parlano all’unisono, e parlano più dei centrali protagonisti.

error: prendi appunti e fatti i tuoi schemi ... fai proprio come se tu fossi in classe ...