Astoria è un quartiere del Queens. Perché ho scelto di parlarvi di uesto quartiere fuori manhattan? Perché è un esempio eclatante di melting pot anche all’interno di una città cosmopolitra come New York. Il Queens come borough seppur non sia minimamente paragonabile a Manhattan sotto il punto di vista dell’offerta turistica, è comunque un borough che ha le sue attrazioni da offrire e che può attirare per alcune sue atmosfere o eventi (non ultimo il noto torneo di tennis U.S. Open altrimenti detto Flushing Meadows proprio perché si tiene sui campi del Flushing meadows Park che già aveva ospitato due esposizioni universali (1939 e 1964). Per avere una panoramica di ciò che offre il Queens si veda il sito www.itsinqueens.com . Ribadisco però che il Queens non è Manhattan, e Astoria non è nessuno dei quartieri cvher sabbiamo trattato parlando di Manhattan. però è assai peculiare e indipendentemente dall’offerta culturale o dalle attrazioni turistiche è per me un distretto da visitare proprio perché è davvero un microcosmo all’interno di un microcosmo come New York.
https://goo.gl/maps/3njLjcx5ghBNEKNr8
Dall’immagine a lato si vede la difefrente imponenza di Manhattan dal Queens. L’immagine è presa da Flkushing, visto che l’abbiamo citato come (forse) l’attrazione principale del Queens. Ma l’immagine non è troppo diversa da quella che si ha da Astoria. Rende l’idea e fa quasi tenerezza. Anzi da Astoria fa ancor più tenerezza visto la maggior vicinanza degli imponenti grattacieli al di là dell’East River, di fronte alla insolitamente basse case newyorkesi. Con quel distacco dal centro della metropoli tipica di chi ne ha un timore reverenziale ma cher allo stesso tempo quasi se ne gode la lontananza. Da questo punto di vista assumono ancor più significato e bellezza estetica oltre che etica i cimiteri del Queens. Ma su questo io sono un pò, diciamo “deformato”. A me piacciono. Ma dei cimiteri parlo in altro sito www.iterego.com , ma siccome il sito è anch’esso in costruzione qua vi metto una foto del mio cimitero preferito del Queens (e forse non solo), ovvero Calvary. Ditemi se questo cimitero non è suggestivo
Ma ora concentriamoci esclusivamente e specificatamente su Astoria. Astoria è un tranquillo quartiere residenziale, per la classe media newyorkese. Anche gli affitti sono relativamente (!!) più alla portata, si veda in questo sito di agenzie immobiliari: https://www.realtor.com/realestateandhomes-detail/2638-21st-St_Astoria_NY_11102_M40698-84822#photo0 È anche pur vero che proprio per la vicinanza a Manhattan e per il contesto residenziale tranquillo In funzione di ciò (della vicinanza a Manhattan), non sorprende che Astoria sta attraversando un vero e proprio boom. D’altronde se leggete questo articolo del nyt vedrete che già nel 2008 si parlava di Astoria come di un “a slice of Europe near the East River” ( https://www.nytimes.com/2008/06/22/realestate/22livi.html ), questo sia in funzione del tipo di case e quartiere residenziale (è un articolo all’interno di rubrica di mercato immobiliare) sia per la popolazione europea che vi abita. Ad ogni modo come si diceva, proprio perché Astoria is a neighbourhood in the New York Borough of Queens. It’s only a 20-minute subway ride from Manhattan and this makes it popular with people who work in Manhattan but who can’t afford to live there. Properties have doubled in value in the last five years. Ma sono comunque molto più economiche che nella vicina Manhattan.
Whereas Manhattan residents live in large apartment buildings, Astoria has many two- and three-story houses. They have tiny front yards that often feature statues of the Virgin Mary. For this we have to thank Astoria’s Italian community. People also like Astoria’s “ethnic” feel.
Esempio un’agenzia immobiliare che vende in zona: https://www.zillow.com/astoria-queens-new-york-ny/ (il mercato immobiliare a NY è molto vivace quindi aggiornate la pagina, però notate non solo il valore commerciale dello stabile ma anche il valore d’affitto)
Si tratta in fin dei conti di un quartiere che ha davanti a sé Roosvelt Island e Manhattan dalla parte dell’Upper East Side. I suoi parchi sono lungo le sponde di long Island quindi la visuale del Roosvelt Bridge o di Triborough Bridge è da cartolina e il contesto da cui ammirare questa cartolina non è meno idilliaco visto che siamo immersi nella tranquillità di un parco a poca distanza dalla frenetica Manhattan. Sicuramente la vicinanza a Manhattan è un valore aggiunto al quartiere di Astoria così come lo sono i suoi parchi che offrono grandi e spettacolari viste di manhattan (da qua in avanti cambiare)
Astoria is considered “suburban” even if it’s actually very close to Manhattan. It is the westernmost part of the borough of Queens (which is on Long Island) and is just across the East River from Manhattan’s exclusive Upper East Side. Astoria is also considered the place for people who can’t afford to live in Manhattan. Here you can find single-room apartments larger than the “shoeboxes” that are available for rent in Manhattan. And seeing as Astoria is only a 20-minute subway ride from Manhattan, it’s almost as good as- if not better than- living there
Astoria è un tranquillo quartiere multiculturale con edifici bassi e piccole attività commerciali nel Queens. Nota per le taverne e i caffè greci, la zona ospita numerosi ristoranti etnici tradizionali e locali trendy. Una delle mete preferite è il Museum of the Moving Image, che ospita mostre su film, televisione e media digitali. Il Bohemian Hall and Beer Garden con tavoli all’aperto e l’Astoria Park sono sempre affollati durante la bella stagione.
Quello sopra è la vista da Astoria Park verso Manhattan. e più esattamente verso Randalls Island con al di là la vista dell’East Harlem. Il ponte in primo piano è il Robert F. Kennedy Bridge.
Astoria Park
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onefivefour
A proposito di parchi, anche Astoria Park è una zona di interesse realmente affascinante: si tratta di uno degli spazi aperti più grandi di tutto il Queens, gestito dal New York Department of Parks and Recreation, a pochi passi di distanza da Hell Gate Bridges.
L’aspetto più curioso del parco è che ospita la piscina più grande e più antica della Grande Mela (scopri le migliori piscine di New York): progettata da Robert Moses, si estende su una superficie di più di 5mila metri quadri, e in passato è stata utilizzata anche per le gare di qualificazione ai Giochi Olimpici del 1936 e del 1964. Ma non c’è solo il nuoto tra le discipline in cui ci si può cimentare: sono presenti anche dei campi di bocce e dei campi da tennis (quattordici, in totale), oltre a una pista per correre, uno skatepark e due campetti per il basket. Astoria Park offre ai turisti tutto il fascino di una città dalle mille sfaccettature, ed è particolarmente intrigante soprattutto nelle ore serali.
Ma non meno suggestiva sono le fotografie prese dall’altro noto parco di Astoria che guarda verso Roosvelt Island e quendi con al di là l’ Upper East Side. In quel caso ci troviamo nel Socrates Sculpture Park, un museo di sculture a cielo aperto.
Socrates Sculpture Park
Socrates Sculpture Park
Sempre a proposito di sculture, il Socrates Sculpture Park è un luogo altamente suggestivo, e non solo perché fino alla metà degli anni ’80 del secolo scorso era un terreno impiegato solo per il deposito illegale di rifiuti: oggi quella che un tempo era una discarica piena di immondizia pericolosa è stata trasformata in un parco per i residenti (oltre che per i turisti, ovviamente), che è al tempo stesso uno spazio espositivo.
Merito dell’iniziativa della comunità locale e di un gruppo di artisti, che si occupano dell’allestimento di mostre di scultura contemporanea (da qui il nome) a cielo aperto e di eventi gratuiti.
Il fatto che il direttore del parco sia John Hatfield, in passato alla guida del New Museum of Contemporary Art, dà l’idea del valore e del prestigio di questa location, che è aperta tutto l’anno dalle dieci del mattino fino a sera. Che ci si voglia dedicare a una corsetta o semplicemente che si abbia intenzione di godersi una vista straordinaria sul faro di Roosevelt Island, questo è il posto da scegliere.
D’altronde Astoria sebbene non ricchissima sotto ml’offerta museale ha anche dei validi musei, su tutti a parere mio è da citare il Museum of the Moving Image
NYC – Queens – Astoria: Museum of the Moving Image – The Television Set
NYC – Queens – Astoria: Museum of the Moving Image – Film Projectors
Una prima tappa obbligata non può che essere rappresentata dal Museum of the Moving Image, ristrutturato da pochi anni e pertanto fruibile nel migliore dei modi: divertente e dinamico, il museo si presenta come un tributo al cinema, alla sua tecnologia, alla sua storia e alla sua art.
Non è un caso che qui si svolgano numerose presentazioni di film, ma può capitare di imbattersi anche in esibizioni e proiezioni fuori dal comune.
Inaugurato all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso nel punto in cui in precedenza si trovava l’Astoria Studio, vale a dire il più importante centro di produzione all’epoca del cinema muto, il Museum of the Moving Image è meta di pellegrinaggio di un gran numero di cinefili, ma può essere visitato anche dai meno esperti, attratti dalle sue esibizioni creative e interattive adatte anche ai bambini. Da non perdere, ovviamente, la lunga serie di oggetti in esposizione, che comprende – tra l’altro – una bambola a grandezza naturale di Linda Blair, direttamente dall’Esorcista, e la raccolta completa delle figurine di Star Wars.
Insomma qualcosa da vedere e da fare si trova (che discorsi!) anche ad Astoria. Ma il motivo per cui vi volevo parlare doi Astoria risiede nella essenza di quartiere multiculturale all’interno di una città multiucuklturale. Sono le sue forti e variegate differenze etniche che lo rendono attraente. Solitamente si aprla di melting Pot. Ora sinceramente le definizioni ci sono utili per descrivere la realtà e poter agire in maniera più funzionale su essa, ma ogni definizione ha sempre in sé un qualcosa di fallace. Melting pot o salad bowl? questa la solita domanda che deriva da una classificazione anglosassone che ha preso piede anche in altri contesti. In questo caso non so quanto si possa parlare di melting pot visto che ogni via o “zona” conserva le sue peculiarita etniche (quindi in teoria bisognerebbe parlare di sald bowl) ma allo stesso tempo i vari elementi/gruppi etnici sono così ravvicinati che sembrerebbe più propprio parlare di melting pot alla maniera tipicamente americana. A me intreressa poco appiccicare un’etichetta se non ce ne è un bisogno funzionale, cosa che in questa sede proprio nons e ne vede l’esigenza, quindi ve ne parlo senza perder tempo in problemi qua totalmente inutili.
le forti differenze culturale e il multiculturalismo del distretto emerge già dal nome Astoria …. Non per nulla Astoria è un vero MeltingPot anche per la cosmopolita città di New York per eccellenza!
LO STESSO NOME ASTORIA DERIVA DA UN IMMIGRATO, A CONFERMA DEL SUO CARATTERIZZANTE MELTING POT. Astoria is named in honour of John Jacob Astor, a Germanimmigrantwho, in ythe nineteenth century, became the wealthiest man in America. By using the name Astori, developers hoped Astor would invest in the place. In actual fact he invested very little and he never even went there, but the name stuck.
John Jacob “Jack” Astor IV (July 13, 1864 – April 15, 1912) was an American businessman, real estate builder, investor, inventor, writer, lieutenant colonel in the Spanish–American War, and a prominent member of the Astor family. Astor died in the sinking of the RMS Titanic during the early hours of April 15, 1912. He was among the 1,514 people on board who did not survive.[2] He was the richest passenger aboard the Titanic and was thought to be among the richest people in the world at that time, with a net worth of nearly $87 million when he died (equivalent to $2.16 billion in 2016)
In the twentieth century Astoria became associated with other immigrant groups. La principale comunità/ gruppo etnico è quello greco. Infatti negli anni ’50 molti greci emigrarono negli USA e si stabilirono in Astoria. So it’s sort of traditionally people think Astoria, they think Greek.
Astoria has had a large Greek community since the 1950s. D’altronde nello Stato di New York la comunità greca è sempre stata rilevante , non per nulla qua si trova anche Greece Town. Greece Town, location in Monroe County and the state of New York (tra parentesi vicino c’è anche la città di Parma. http://www.greeceny.gov/
La comunità greca di Astoria è particolarmente viva e vivace. A Manhattan si fa sentire soprattutto durante le ricorrenze/festività nazionali greche come quella dell’indipendenza. A proposito prendete qualche informazione se volete parteciparvi proprio al Federation of Hellenic Societies of Greater N.Y.
22-51 29th Street Astoria NY 11105 (ovviamente ve lo dico perché si trova in Astoria). Guardate le immagini sotto epr capire l’orgoglio ecome ci etngono a tale manifestazione che si svolge per le vie di Astoria e manhattan( http://hellenicsocieties.org/f_a_q.html )
Nell’immagine sopra notate il particolare polemico? La signiora tiene in mano un cartello con la ascritta “Macedonia is Gree(ce)” (…) Ma lasciando stare le questioni di geopolitica internazionale e considerando che in Astoria vi è la principale comunità greca di New York vediamo rapidamente qualcosa di caratteristico/tipico della comunità greca di questo quartiere.
Greek Old Calendarists (Greek: Έλληνες Ορθόδοξοι Παλαιοημερολογίτες), also known as “Genuine Orthodox Christians” (GOC; Γνήσιοι Ορθόδοξοι Χριστιανοί), are groups of Old CalendaristOrthodox Christians that remained committed to the traditional Orthodox practice and are not in communion with many other Orthodox churches such as the Orthodox Church of Greece, the Patriarchate of Constantinople, or the Church of Cyprus.[9]The split began with a disagreement over the abandonment of the traditional church calendar (also called the Julian calendar) in preference to the adoption of the Revised Julian calendar which is similar to the papal Gregorian calendar but will pull ahead by one day in the year 2800[10] and over other liturgical reforms that were introduced
A proposito di questa chiesa volevo farvi evdere un’immagine dall’alto in cui si vede la chiesa circondata dal quartoere di basse case e con los fondo l’imponente Manhattan. Dico purtroppo perché non ho i diritti per poterlo fare. Allo stesso tempo però vi rimando a quella immagine tramite il link qua sotto (il fotografo ne piuò essere contento lo stesso se è pur vero che ciò che si fa acquista anche più senso quando viene apprezzato dagli altri .. e così evito di pagare qualche eventuale sanzione ..) https://www.flickr.com/photos/rowlandw/4182455928/sizes/l/
La cattedrale di St. Demetrios di Astoria appartiene invece a tutti gli effetti a The Greek Orthodox Archdiocese of America, headquartered in New York City, is an eparchy of the Ecumenical Patriarchate of Constantinople. Its current primate is Archbishop Elpidophoros of America.
Questa fiorente comunità greca non poteva ovviamente che non manifestarsi attarverso l’intero distretto grazie ai molti e rinomati ristoranti greci. Qua ve ne metto alcuni tra i più gettonati secondo varie fonti , su tutte tripadvisor (immagini tratte da https://www.glambypam.net/greek-restaurants-astoria.html )
Di certo non meno caratteristici sono i vari negozietti/alimentari greci.
È vero che poi in questi negozi che in teoria dovrebbero essere etnici in realtà si ritrova di tutto mischiato al proprio “ethnos” ma che in realtà non c’entyra nulla. È la stessa questione che abbiamo rilevato per Little Italy, se la riveliamo quando ci riguarda mi sembra anvche giusto farlo rilevare anche su altri contesti. Se prendiamo epr esempio questo sito http://www.edeneats.com/2011/02/the-greek-plaza-meats-and-pastries-like-no/ che ci illustra le delizie della cucina greca dio Astoria, non si può non notare come tra i vari souvenir sempre annessi ci sia anche la statua il David di Michelangelo. La ragazza parla estasiata di questo cibo greco e di tutta la grecità che trova all’interno di questi “grocery” (noi diremmo evcchi “alimentari”) e scehrza anche con le statuine che si trovano colà, tra una chiesa ortodossa e una divinità greca si trova anche l’inconfondibile David di Michelangelo. Tra tutte le statue “greche” la ragazza scherza proprio su questa senza rendersene conto. Sia chiaro non è che la ragazza vada ofefsa per sta scemenza, è solo epr rilevare come quando tutto si mischia a volte tutto perde di valore compresa l’ “etnicità”. I turisti sono contenti lo stesso (questa ragazza, che comunque diciamo che è una turista interessata per fini suoi) ma per chi è all’interno di quell’etnicità (veramente e non per sfoggio) ciò non può che segnare un limite dietro cui si celi un pò di amarezza. Niente che non passi velocemente con la consapevolezza che tutto passa e che ciò che si conosce nond erivi da una fonte assoluta (almeno fino ad ora si crede) ma sempre da qualcops’altro soggetto alle proprie limitazioni o obiettivi.
Ma ad Astoria da sempre vi è anche una grossa comunità italiana e le connessioni sono evidenti un pò dappertutto. Un pò come quel David che si notava prima, solo che a volte a differenza di quel David la cosa viene segnalata ….
You can always tell the Italian Americans because they grow grapes in their front yards. (pensavo facesse un po troppo freddo per coltivare la vite …) When you walk by a street and you see grapes growing in a front yard, it usually means that it’s an Italian person who’s making wine”
Rob Mackay – Director of Public Relations, Marketing and Tourism at the Queens Economic Development Council
“From the day I was here I make wine. I’ve never bought a bottle of wine in a store,” said 63-year-old Giuseppe Ruggiro, who moved to Queens from Salerno, Italy in 1976.
Ruggiro is one of many — the number remains elusive — old timers in vine-covered Astoria that are turning the neighborhood’s omnipresent grapes into something more interesting than juice.
From: New York Daily News
Queste citazioni non sono da confondere con il vino Astoria del Veneto (!). A volte capita … e a volte è dura fargli eveder che non si tratta di un vino di acsa dietro l’angolo(!). In riferimento vedere l’articolo originario delle citazioni: http://www.nydailynews.com/new-york/queens/life-throws-concord-grapes-wine-article-1.1478813 (però l’ultima volta che ho provato a rileggere l’articolo me lo dava mi diceva che il website aveva dei problemi “currently” nei Paesi europei, speriamo li risolvano quando farete il collegamento)
Ultimamente però, nel corso degli ultimi 20-25 anni, molti greci e italiani (di seconda generazione e quindi ormai statunitensi, si sono spostati in altri quartieri di New York, lasciando spazio ad altre numerose minoranze etniche.
..but ther’s been a tremendous influx of, really, people from everywhere in the world. If I would just start on the south side of Astoria, there’s Bangladeshi street where there are a row of Bangladeshi stores where you can buy all their spices and their saris and their clothes.
Rob Mackay
“There is Brasilian sectionwhere you can get brazilian food and stuff from Brazil.”
Today, Astoria has become a synonym for Brazil itself. It has become a thriving community, modeling the Little Brazil That Was. Over the years, the neighborhood has been home to many immigrant cultures such as Greeks and Arabs, sprouting diners, hookah bars, and churches all within walking distance of each other. Since the influx of Brazilians to Astoria, there has been a significantly noticeable boom of Brazilian owned establishments in the area such as grocery stores, beauty salons, and restaurants. Brazilian rodízios (all you can eat meat buffets) populate the neighborhood along with restaurants, Brazilian and American alike, hosting Brazilian music nights to cater to the ever-growing Brazilian population. A simple walk around lower-Astoria and one will inevitably feel the presence of the vibrantly exotic Brazilian culture.
https://eportfolios.macaulay.cuny.edu/berger2011/astoria/brazil-in-astoria/brazil-in-astoria/
Se è pur vero che Little Brazil è “ovviamente” locata in Manhattan, che Astoria abbia una fiorente comunità brasiliana è testimoniato come sempre dalla sua grossa mole di ristoranti etici. Anche qua la prima manifestazione tangibile di tale influenza e comunità è sicuramente la presenza di ristoranti brasiliani
Una zona del quartiere viene chiamata Little Egypt, dove si possono trovare ristoranti egiziani (il famoso Cairo Steakhouse) e soprattutto “a whole bunch of hookah bars in the northern part of Astoria where people sit around and they smoke hookahs and they play chess a lot and drink tea.
Mombar (ristorante egiziano in Little Egypt – Astoria)
(CONTINUARE)
Nella cosmopolita New York non poteva mancare un punto di riferimento per il mondo israelita, e di conseguenza nemmeno ad Astoria. Ad Astoria abbiamo in fatti l’ Astoria Center of Israel che si trova in Crescent Street (28-35). The Astoria Center of Israel (1925–26) is a historic synagogue in the Astoria. The roots of the Astoria Center of Israel can be traced back to Jewish congregation Mishkan Israel, begun sometime in the 1880s, constructing a building in 1906. In 1921 that congregation built a Talmud-Torach center next to its first building, where education could “implant in our children a love and reverence for our noble tradition.” That education building later became the home of the Astoria Center of Israel (nel 1926), with the original Mishkan Israel building later destroyed in a fire
Astoria compare fin dai primordi come uno dei primi quartieri giapponesi di new York. Si veda in proposito l’articolo The First Japanese Neighborhoods of New York che trovate al seguente link: https://www.ny.us.emb-japan.go.jp/japaninfo/2018/01/01/01.html . E poi trovate Il quartiere poi ospita altre numerose comunità: Cilene, Koreane, Libanese …
“… so there’s a tremendous mix of really just about everywhere, every continent you could ask for”
(Rob Mackay)