STORIA
Capoluogo dell’omonimo Emirato e capitale degli Emirati Arabi Uniti di cui anche costituisce l’emirato più grande, il nucleo originale di questa città sorge su un’isola in prossimità della Costa dei Pirati nel Golfo persico. Si è poi ampliata inglobando anche territorio circostante. Questo piccolo villaggio di pescatori (prevalentemente) ha ampliato la sua sfera politica al territorio circostante. Ma il vero miracolo è avvenuto recentemente. In circa 50 anni è passata da essere un piccolo villaggio di pescatori su un’isola piuttosto marginale che fungeva da capitale di una regione desertica attraversata da poche tribù nomadi, ad essere una metropoli espressione di una società tra le più ricche e imprevedibili del nuovo secolo sull’intero panorama planetario.
Al contrario di Dubai è affacciata su un arcipelago di circa 200 isole. Dico “al contrario” perché questa volta le isole sono naturali …
Facciamo una breve premessa storica. Breve quanti sono i dati tangibili di questa storia.
Si hanno indizi che parte dell’attuale territorio di Abu Dhabi venne colonizzata già nel III secolo a.C. da popolazioni nomadiche che vivano di pastorizia e di pesca. Non a caso i modelli tipici di tutta la regione e non solo di Abu Dhabi sono proprio la pastorizia e la pesca. Ovviamente le condizioni climatiche conservano poco di queste società quindi non è escluso che insediamenti umani potessero aver avuto luogo anche in precedenza. Ad ogni modo nel VII secolo l’area era sotto l’influenza della religione cristiana. Se ne è abbastanza certi perché scavi archeologici di inizio anni novanta del secolo scorso hanno portato alla luce sull’isola di Sin B. Yas dei resti murari di un monastero cristiano preislamico, probabilmente nestoriano ( http://www.adias-uae.com/sirbaniyas.html ). Ma già dal secolo successivo l’Islam divenne la religione dominante in quell’area, e rimase tale fino ai giorni nostri.
Il territorio dell’attuale emirato di Abu Dhabi è cresciuto di importanza politica con l’insediamento enll’area e la relativa ascesa di un’importante confederazione tribale, quella dei Banu Yas. Fu questa tribù beduina dei Banu Yas proveniente dai territori dell’Arabia sotto il controllo della corrente islamica dei wahhabiti a fondare la città di Abu Dhabi nel 1791. Questa tribù si era spostata su questo piccolo arcipelago di fronte alla costa proprio per i contrasti con i wahhabiti. Nonostante la crescita politica della regione (sotto quella tribù e la relativa confederazione da essa guidata) l’economia continuava a basarsi sull’allevamento di dromedari, su produzione di datteri e verdure nelle oasi dell’interno, sulla pesca e ricerca delle perle nella costa della città di Abu Dhabi. Città che era abitata in particolare durante i mesi estivi quando l’eccessiva calura si faceva sentire. D’altronde anche in questo periodo parlare di Abu Dhabi come di una vera città mi sembra davvero lusinghiero. È pur vero che sarebbe sempre bene fornire una qualche definizione di città, ancor più se si parla di contesti desertici o semidesertici, ma la questione non è così semplice ed univoca come si potrebbe pensare. Certo che l’Abu Dhabi di allora basata su abitazioni in canne e foglie di palma è ben lontana dal nostro attuale stereotipo di città. I pochi ricchi di allora vivevano in capanne di fango. I pochi ricchi che si basavano principalmente sul commercio delle perle. Nel mezzo di tale modello insediativo, nel 1939, l’emiro Shakhbut bin Sultan Al Nahyan rilasciò la prima concessione petrolifera. Anche se il primo rinvenimento di petrolio risale solo al 1958. Così quel piccolo agglomerato di foglie di palma e fango nel 2014 divenne una città (stessa parola ma referente diverso) di 1,5 milioni di abitanti. Ma non è tanto la crescita demografica che sorprende, quanto piuttosto lo straordinario e all’avanguardia sviluppo architettonico.
Il petrolio ha reso ricca, ricchissima, la città di Abu Dhabi e la sua popolazione. Si calcola che Abu Dhabi città possiede il 9% di tutte le riserve petrolifere del mondo (98.2 miliardi di barili) e quasi il 5% di gas naturale (5.8 trilioni di metri cubi). Come Dubai anche Abu Dhabi si è posta domande di cosa avverrà quando il petrolio arriverà ad un termine o di cosa succederà quando una qualche altra fonte energetica prenderà il sopravvento. Diversificare la sua economia è divenuto così una necessità. E come Dubai anche Abu Dhabi ha avviato un processo di costruzione dell’immagine e del prodotto turistico per affermarsi in un settore economico in forte ascesa. L’obiettivo è diventato quello di presentarsi sul mercato internazionale come nuova destinazione turistica di grande appeal. Ovviamente questo non è il solo modo di diversificare la sua economia e di ottenere un ruolo di primo piano nello scacchiere internazionale, ma noi qua parliamo di turismo quindi risulta interessante vedere che tipo di turismo Abu Dhabi voglia incentivare e cosa sta facendo per attirarlo. Come vedremo Abu Dhabi ha scelto una strada diversa da quella di Dubai: diventare un prestigioso contenitore di opere d’arte e accogliere sul proprio territorio le sedi distaccate di due dei più importanti musei al mondo, il Guggenheim e il Louvre. Tra le altre cose.
LO SVILUPPO URBANO TRA LUSSO E ARCHITETTURE FUTURISTICHE
La “fretta” è una caratteristica dell’area. Là dove la sabbia scandiva lo scorrere del tempo in luoghi che sembravano rimanere sempre uguali da millenni ed essere destinati a rimanere suo personale dominio incontrastato, nel giro di qualche decennio invece si è passati al sorgere di una delle metropoli di livello globale per eccellenza. Tenete ben presente che la prima strada ad Abu Dhabi fu realizzata solo nel 1961. Lo sviluppo urbanistico fu impressionante ed impellente come il suo sviluppo economico. Così come abbiamo visto essere avvenuto per Dubai, ma tutto ciò avvenne con indirizzi e in modo molto diverso da Dubai stessa sebbene poi la contaminazione tra i due emirati si è fatta sempre più evidente. Le diversità credo che si possano ben collegare proprio alle diverse premesse politiche di quest’area soggetta ad Abu Dhabi. Che non a caso divenne la capitale degli Emirati Arabi Uniti.
Anche qua la silhouette della città vista dal mare e forgiata da inconfondibili grattacieli rendono Abu Dhabi riconoscibilissima e le danno un’indubbia notorietà. Sebbene sotto questo punto di vista la diversità di appeal con Dubai è notevole, anche Abu Dhabi si è dotata di alcuni grattacieli dalla forma davvero eccentrica. Volutamente eccentrica. Giusto epr farne qualche esempio e senza perderci troppo tempo, visto che Abu Dhabi ha altre caratteristiche che la rendono peculiare piuttosto che l’eccentricità dei suoi grattacieli (cosa che invece rientra nel novero dei vanti voluti di Dubai) vediamone i più famosi partendo dai singoli che formano quell’immagine (Fig.1) conosciuta in tutto il mondo e che è il profilo di Abu Dhabi.
Questo gruppo di grattacieli è il più famoso di Abu Dhabi. Si potrebbe ben dire senza timore di sbagliarsi che è il gruppo di grattacieli più iconici di Abu Dhabi, ovvero le Etihad Towers. Si tratta di un complesso architettonico costituito da cinque torri esempi di straordinaria espressione architettonica moderna. comprende tre torri residenziali e l’hotel a cinque stelle Jumeirah at Etihad Towers, alto ben 280 metri. Il complesso è fin dalla sua creazione visto come meta privilegiata per vivere esperienze di lusso. E con tale obiettivo d’altronde è stato creato. Come per ogni grattacielo che si rispetti anche qua vi è una privilegiata terrazza panoramica atta ad ammirare l’intera città e le isole che la formano. Questo si colloca al 47° piano della Torre 2, si tratta dell’ Observation Deck at 300.
Il complesso si trova in Avenue at Etihad Towers, una zona ben nota non solo a livello cittadino.
L’Avenue at Etihad Towers è uno dei luoghi più costosi ed esclusivi al mondo in cui potrete trovare numerose boutique dotate di lussuose stanze private per il vostro shopping e per il VIP shopping.
www.etihadtowers.ae
Questo continuo riferirsi nella toponomastica alla compagnia aerea di bandiera, Etihad Airways, non può che non denotare l’estrema importanza e il ruolo fondamentale che tale compagnia riviste all’interno delle politiche di sviluppo turistiche e non solo di Abu Dhabi. L’importanza di tale compagnia (così come di quelle di Dubai) verrà evidenziata dal documento dell’ENIT riguardante l’analisi SWOT della destinazione Italia in riferimento al mercato turistico emiratino (fare rimando).
Questo invece è il Capital Gate (Fig.2). Anch’esso ospita un hotel a 5 stelle della Hyatt. Ma non è qua che risiede la sua peculisrità. La sua peculiarità? Provate ad indovinare. Il Capital Gate è un grattacielo nonché una torre pendente situato presso il Centro Espositivo Nazionale della città. Con i suoi 160 metri di altezza (e i suoi 35 piani), è uno dei più alti edifici della città e si eleva inclinato, rispetto alla verticale, di 18° verso ovest. La torre di Pisa è inclinata di circa 4°. Il committente dell’opera nonché proprietario è la Società Esposizioni Nazionali di Abu Dhabi. Mentre questa Hyatt che stiamo un pò trovando dappertutto, più precisamente si tratta della Hyatt Hotels Corporation, è una multinazionale con sede a Chicago che opera nel settore dell’intrattenimento e in particolare della gestione di hotel e resort.
La Capital Gate è stata certificata come “la torre più inclinata mai costruita dall’uomo” dal Guinness dei Primati.
Come vi dicevo è inclinata verso ovest di 18 gradi, il che equivale a più di quattro volte l’inclinazione della famosa Torre pendente di Pisa. La torre di 160 metri si è quindi ritagliata un sicuro posto tra le cartoline e le foto ricordo dei turisti (è rimasto l’uso e il modo di dire ….fra un po’ sarà interessante spiegare ai ragazzi cosa era e perché si utilizzavano le “cartoline”).
Comunque a parere mio per camminare là sotto devi avere anche un’incrollabile (attributo non casuale …) fede nell’ingegneria moderna. Oppure un forte senso del martirio. Diciamo che se con la torre di Pisa qualcosa andò storto, qua invece è tutto incredibilmente voluto. Se volete togliervi qualche curiosità a riguardo guardatevi il sito ufficiale: www.capitalgate.ae
Poi vi cito questa coppia di torri gemelle che si allungano in cielo per 29 piani, le Al Bahar Towers, sedi del quartier generale dell’Abu Dhabi Investment Council e dell’Al Hilal Bank.
Ve le cito non solo per la loro particolarità estetica ma perché rientrano appieno nelle nuove logiche con cui Abu Dhabi vuole proporsi al mondo. Sono ben all’interno delle logiche con cui voglia generare una nuova immagine di sé. Abbiamo visto che i singoli emirati degli EAU per attirare turisti (in particolar modo Dubai) hanno puntato molto sullo stupire, questa strategia non poteva inevitabilmente essere non solo dispendiosa ma anche particolarmente “inquinante”. Pensate solamente alla pista da sci in pieno deserto presente nell’ Emirates Mall. Abu Dhabi memore che una delle esigenze globali è lo sviluppo a basso impatto ambientale e la creazione di stili ed ambiti di vita ad “emissioni 0” , ha cercato di percorrere questa strada con costruzioni spettacolari (tra cui l’avveniristica Masdar City che vedremo). D’altronde sposare questa causa e investirci pesantemente sopra non è solo frutto di filantropismo e amore per l’ambiente (cosa che posso ben credere ci sia) ma ciò è anche funzionale ad attirano simpatie globali e ad accendere i riflettori sull’emirato. Nonché pubblicità gratuita. Nonché possibili turisti. In questo ambito cadono appieno (speriamo solo in senso figurato) anche queste Al Bahr Towers. Queste torri infatti hanno notevoli caratteristiche “verdi” che garantiscono ingenti emissioni di CO2 in atmosfera.
E gli daremo un pò di credito visto che non per nulla hanno avuto questi riconoscimenti:
Le torri ecologiche sono uno dei primi edifici del Golfo ad aver ricevuto la medaglia d’argento della Leadership in Energy and Environmental Design (LEED). Hanno ottenuto il secondo posto anche all’Emporis Skyscraper Award, il primo premio al mondo per l’architettura dei grattacieli, per il progetto completato nel 2012.
https://visitabudhabi.ae/it/see.and.do/attractions.and.landmarks/iconic.landmarks/al.bahar.towers.aspx
Cosa hanno di così peculiare questa coppia di grattacieli gemelli per avere vinto questi premi (per avuto questi riconoscimenti)? È vero che sul tetto hanno una serie di pannelli solari che provvedono a rifornire le due strutture di acqua calda. Però insomma se questo fosse l’unico merito allora anche un bel numero delle case di Maserada di Piave potrebbero ambire a questi riconoscimenti. (sul numero delle case che hanno pannelli a maserada di piave non ho trovato statistiche sono andato a caso per non ciutare la già sempre citatissima Preganziol). In realtà quello che hanno reso famose le torri Al Bahar è la loro facciata. Una particolare facciata esterna composta da 2.000 elementi che formano una specie di nido d’api. Dall’esterno sembrano due immensi telaini dove laboriose api vivono e portano il ricavato dei loro instancabili viaggi. In realtà si tratta delle due più grandi facciate computerizzate al mondo. Questi 2000 elementi esterni infatti si aprono e si chiudono in base al movimento del sole, aiutando così a ridurre la temperatura interna addirittura del 50%. Almeno così ci dicono. I risparmi nell’uso dei condizionatori (per l’aria condizionata) sono notevoli. Tenete in considerazione che lungo le coste degli EAU le temperature possono arrivare financo a 48°C e anche più. Da qui il grande aiuto che questa “intelaiatura” sulla facciata delle torre gemelle darebbe nel ridurre sensibilmente l’uso dei condizionatori (e il loro relativo inquinamento). Il breve filmato sottostante vi mostra e vi spiega come funzionano queste intelaiature d’api.
Da un punto di vista architettonico è estremamente interessante anche l’ Aldar HQ Building, un edificio circolare che si erge su una penisola sopraelevata. Luogo ideale da cui ammirare dall’alto la città e la costa, ma luogo ideale anche per questa futuristica struttura che la rende così visibile anche da gran distanza conferendole anche un maggior fascino per questa sua posizione dominante.
L’organizzazione di data mining per gli edifici internazionali Emporis ha definito Aldar HQ, 23 piani e 110 metri di altezza, “una delle strutture per uffici aziendali più stupefacenti del mondo” per il suo design innovativo, l’impatto visivo e la sua funzione.
In occasione della Building Exchange Conference del 2008, l’edificio ha anche ottenuto il premio per il “Miglior design futuristico”.
https://visitabudhabi.ae/it/see.and.do/attractions.and.landmarks/iconic.landmarks/aldar.hq.aspx
Non so se sia vero ma sembra del tutto plausibile il fatto che per realizzare questa struttura si sia preso come riferimento (e quindi usato) il cosiddetto “golden ratio” o nella veriante italiana (più appropriata) “la sezione aurea” altrimenti detta rapporto aureo o numero aureo o costante di Fidia o proporzione divina. Per farla breve e capire il senso, si tratta della cosiddetta proporzione della bellezza.
The extent that the circle is embedded in the ground was designed around the golden ratio.
https://en.wikipedia.org/wiki/Aldar_Headquarters_building
Il riferimento colà proposto è il seguente:
l’immagine è tratta dal Libri tres de occulta philosophia di Heinrich Cornelius Agrippa. Si tratta dell’immagine di un corpo umano inscritto in un pentagramma dove sono presenti dei riferimenti astrali
If the inner circle were the circumference of the building, the ground level would be at the base of the pentagram (at the figure’s feet).
https://en.wikipedia.org/wiki/Aldar_Headquarters_building
L’uso di questo modello matematico in ogni ambito a partire dalle arti visive è sorprendente. In questo caso si parla al condizionale anche se il motivo di questo riferimento è ben spiegato in questa pagina web se vi può interessare: https://www.archdaily.com/240524/al-dar-headquarters-mz-architects/ . La questione è estremamente interessante anche perché a parer mio ben si collega a quello sviluppo museale (anche legato all’arte occidentale, o forse meglio dire soprattutto legato all’arte occidentale) che tanto sa di immensa novità in queste parti della Penisola Arabica.
Ad ogni modo l’Aldar HQ è stato usato anche a scopo pubblicitario. E non metto a caso questa immagine visto e considerato che anche il cinema viene ultimamente utilizzato dall’emirato come volano pubblicitario (sulle orme di Dubai). E per una struttura così futuristica ovviamente è parso naturale collegarla ad un film fantascientifico di richiamo planetario.
Per quanto riguarda invece gli hotel di lusso, che anche qua ovviamente non potevano mancare, citiamone brevemente un paio rappresentativi in tutto e per tutto di quel che Abu Dhabi vuol “emanare”. Da questo punto di vista quello che più di tutti può essere visto come un vero e propriom iconema della capitale emiratina (un iconema in tutto e per tutto) è indubbiamente: l’ Emirates Palace. L’ Emirates Palace non è solo uno dei più esclusivi hotel degli emirati, ma è uno dei più esclusivi al mondo. Decorato con marmi, foglie d’oro e illuminato da 1000 lampadari di cristallo è proprio un hotel da Mille e una Notte.
Qualsiasi cosa che un hotel di lusso dovrebbe avere secondo la vostra immaginazione, là c’è. Questa dichiarazione è impegnativa visto l’alto grado di immaginazione dei ragazzi, ma tant’è. Non ve ne parlo che non ne ho molta voglia ed in più riguardo a questi hotel di lusso se ne è già parlato abbastanza a proposito di Dubai. Vi rimando però a questo link dove viene descritto abbastanza bene (meglio sciuramente di come farei io) questo hotel da Mille e una Notte (non protestate l’espressione ci sta bene): https://www.viaggioadubai.it/abu-dhabi/emirates-palace/
Visto che l’argomento lo richiede, apriamo una parentesi che è qua pertinente. L’attribuzione delle stelle agli hotel (fare collegamento ad altre parti, tipo Dubai e poi Italia). Un albergo siffatto, quante stelle ha? Per l’Emirates Palace si trovano due tipi di attribuzioni, a volte viene definito a 5 stelle e a volte 7 stelle. Anzi spesso viene segnalato come uno dei soli 6 hotel al mondo a poter vantare 7 stelle (per esempio vedere https://siviaggia.it/luxury/foto/hotel-a-7-stelle-sono-solo-6-nel-mondo-ecco-quali/4502/attachment/emirates-palace-abu-dhabi-emirati-arabi/ o anche in questo recente articolo su trivago https://magazine.trivago.it/hotel-7-stelle/ . Abbiamo visto che anche a Dubai si trovato hotel particolari (eufemismo), anche qua con addirittura un’attribuzione di sette stelle. Quindi facciamo un attimo il punto su hotel e relative stelle attribuite.
Per far questo partiamo dal sistema Italia. È vero che l’attribuzione di stelle in passato in Italia fosse alquanto aleatoria ma attualmente ci sono pur sempre degli standard per tale attribuzione. In Italia la questione è stata regolata piuttosto di recente ( DPCM 21/10/2008 , posso capire che il “recente” dipende dai punti di vista …). Se volete ripassarvi in sintesi e senza leggere tutto il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2008, in base a che cosa in Italia vengono attribuite le stelle agli hotel, vedetevi questa pagina: https://appuntiturismo.it/classificazione-hotel-stelle/ . Oppure in maniera più dettagliata controllatevi quest’altra pagina: https://www.miolegale.it/guide/come-vengono-attribuite-stelle-agli-hotel/ . Va detto che in questo ambito l’Italia ha un sistema abbastanza rigoroso per l’attribuzione delle stelle, che vengono poi attribuite dalle singole Regioni. Ma questo sistema è un criterio sterttamente italiano.
Nel resto del mondo non esiste un sistema di norme unificato e omogeneo. A livello internazionale quindi la questione è un pò più compelssa e andrebbe analizzata caso per caso. Alcuni Paesi hanno un sistema omogeneo che deriva da norme statali e in cui l’attribuzione di stelle è obbligatoria, come la Grecia o la Spagna. Molti altri Paesi invece non contemplano nemmeno l’obbligo dell’attribuzione delle “stelle”. Per esempio in Francia o nel Regno Unito, Paesi lturisticamente importanti, ‘attribuzione o meno rimane a discrezione dei singoli hotel, quindi su base volontaria. In proposito guardatevi, se siete curiosi https://businessblog.trivago.com/it/classificazione-hotel-nel-mondo/ . Quindi attribuire le stelle spesso non ha molto senso. Inoltre a volte ci sono più “organismi” o agenzie private che procedono in parallelo ad attribuire “le stelle”. Negli USA per esempio, tanto per fare un esempio di un altro Paese turisticamente- e non solo- assai rilevante, ci sono ben due classificazioni in voga. Anche se qua più che le classificazioni la differenza la fa la catena di appartenenza. Non solo. Queste due classificazioni non sono prodotte da standard federali ma da due associazioni private, ovvero American Automobile Association (AAA) e Mobil Club. Per gli standard guardatevi: https://www.visitusaita.org/ospitalita/classificazione-alberghiera/ . Tanto che ci siete, visto che quando si parlava degli USA l’attenzione sugli hotel è stata quasi nulla per il semplice fatto che vi era molto da dire e che gli hotel di per sé stessi non erano così caratterizzanti delle varie aree analizzate, così mentre vi guardate quella pagine web ponete attenzione sulla ricchezza della tipologia degli alloggi, nell’ambito della ricettività turistica. non è così casuale farvela vedere ora (questa ricchezza di tipologie ricettive statunitensi) perché così la potete confrontare con quella degli Emirati Arabi Uniti, la cui offerta è quasi esclusivamente limitata ad hotel.
All’estero quindi la reputazione di un hotel non si basa molto sul numero di stelle o meno. Cosa che poterbbe essere anche una sintetica presa di conoscenza riguardante standard e costi su una scala alberghiera per un qualsiasi potenziale cliente. Molto spesso la reputazione di un hotel quindi non è data dalle stelle, ma è in base alla catena alberghiera di appartenenza.
Noi in Italia però siamo ormai affezionati a questa classificazione come sintetico ed intuitivo parametro degli standard e dei costi di un albergo. Quindi, riprendendo la domanda iniziale da cui questo excursus è partito, quante stelle possono essere attribuite all’Emirates Palace? Ha ragione chi dice che ne ha 5 o chi dice che ne ha 7? Si può dire che tra le due opzioni (ovvero 5 o 7 stelle), considerando che le 92 suite dell’Emirates Palace hanno pavimenti di marmo e rubinetterie d’oro e che le suite all’ultimo piano sono riservate esclusivamente agli emiri e alla famiglia reale dell’Emirato, direi che quante stelle possa avere una tale struttura diventa questione del tutto secondaria …